Il suo maestoso volo è stato fermato da una scarica di pallini esplosa dai fucili. È morto così il capovaccaio trovato nei giorni scorsi a Mazara del Vallo, nella Sicilia occidentale, e a confermarlo sono stati gli accertamenti radiografici dell’Istituto Zooprofilattico di Palermo.
Aveva percorso 800 chilometri
Il capovaccaio abbattuto in Sicilia aveva anche un nome: si trattava di Clara, giovane individuo di sesso femminile che era stato liberato nell’ambito del progetto LIFE Egyptian vulture.
Faceva parte di una coppia che aveva raggiunto la Sicilia dopo circa 800 chilometri e che avrebbe presto proseguito la migrazione verso l’Africa sub-sahariana. I loro movimenti erano monitorati grazie da un trasmettitore GPS.
«L’uccisione di Clara rappresenta un gravissimo crimine di natura che colpisce una specie ormai rarissima e vanifica gli sforzi e le relative risorse anche economiche di Unione europea e Ministero dell’Ambiente per consentirne la sopravvivenza – ha spiegato il WWF -. La Regione Sicilia ha emanato un calendario venatorio inaccettabile che abolisce limitazioni e concede ai cacciatori di sparare con meno vincoli e per una stagione più lunga».
Solo dieci coppie sull’isola
La Sicilia costituisce una sorta di collo di bottiglia per il capovaccaio che, con meno di 10 coppie, rappresenta la frazione decisamente più consistente della popolazione italiana del rapace.
Il WWF è attivo in Sicilia con il Progetto LIFE ConRaSi, sostenuto finanziariamente dalla Commissione Europea con l’obiettivo di migliorare lo stato di conservazione dell’aquila del Bonelli, del lanario e del capovaccaio, specie a forte rischio.
«Ora contiamo sull’operato delle Forze dell’ordine, in particolare dei Carabinieri forestali per l’avvio di rapide indagini al fine di individuare il criminale e chiediamo la collaborazione delle associazioni venatorie, che per prime dovrebbero attivarsi – ha spiegato il Vicepresidente del WWF Italia, Dante Caserta –. I nostri legali valuteranno anche azioni indirizzate alla Magistratura contabile nei confronti dei pubblici amministratori nel caso in cui rimangano inerti di fronte a questa vile uccisione».
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