Un esemplare di ibis eremita è stato trovato morto in Val Camonica – per l’esattezza a Angone, località di Darfo Boario – dalle Guardie Venatorie del WWF Nucleo di Brescia.
Gli esami effettuati sulla carcassa dell’uccello hanno rilevato la presenza di oltre 80 pallini, segno che all’animale è stato sparato ripetutamente.
Enno, questo il nome del giovane ibis ucciso dai cacciatori, faceva parte del progetto “Reason for hope – reintroduction of the Northern bald Ibis in Europe” condotto dal Waldrappteam. L’allarme per le sorti dell’animale era scattato a seguito del segnale lanciato dal trasmettitore Gps di cui l’ibis era dotato, che indicava come Enno fosse ormai fermo nella stessa posizione da più di 24 ore.
«Conoscendo l’alto tasso di bracconaggio in quell’area ci siamo subito allarmati – ha spiegato Antonio delle Monache, coordinatore delle guardie WWF della Lombardia –. L’animale è stato portato all’oasi WWF di Valpredina, dove la radiografia ha mostrato la scarica di pallini che lo ha colpito».
Altre uccisioni per mano dei bracconieri
Il caso di Enno non è purtroppo isolato: nel 2014 altri due ibis eremita – Goja e Jedi – erano stati uccisi da un cacciatore in provincia di Livorno. Nel 2016 il giovane ibis Kato è stato trovato morto nei pressi di Punta Ala, a Grosseto. Lo scorso settembre Tara – animale di 5 anni che già conosceva la rotta di svernamento grazie alla migrazione guidata dall’uomo – è stata colpita da un bracconiere e lasciata morire nei pressi di Vicenza.
Episodi gravi, che colpiscono uno dei volatili già maggiormente minacciati.
l’Ibis eremita, infatti, manca dai cieli europei da oltre tre secoli e la popolazione selvatica occidentale – stanziata solo in Marocco – conta appena 500 individui.
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