Qual è la situazione della zoodiversità nel nostro Paese?
Per cercare di fare luce sull’argomento e fornire una fotografia quanto più possibile aggiornata, il naturalista Armando Gariboldi ha realizzato questo reportage, partendo dalle fonti ufficiali e dalle pubblicazioni di settore.
Quello che ne emerge è un quadro tutto sommato positivo e incoraggiate, anche se non mancano alcune criticità.
Ecco la prima delle 3 puntate che dedichiamo all’argomento
Buone notizie dalla situazione faunistica dei Vertebrati selvatici del nostro Paese che, con oltre 40.000 specie animali (includendo però anche tutti gli Invertebrati) è il più ricco di zoodiversità dell’intero continente europeo.
Una ricchezza frutto non solo dell’ingresso di nuove specie alloctone, ma anche delle politiche di conservazione degli ultimi decenni (seppur in molti casi effettuate a “singhiozzo” e senza un vero piano d’azione nazionale) e di qualche nuova e sorprendente scoperta.
Analizzando la situazione dei Vertebrati, segnaliamo due nuove specie di serpenti, passati così, in pochi anni, da 22 a 24: il boa delle sabbie (Eryx jaculus) e la recentissima vipera dei walser (Vipera walser). La prima è un’innocua specie crepuscolare e fossoria, e quindi molto elusiva, individuata di recente nella Sicilia meridionale e in particolare nel territorio attorno a Licata (AG). La seconda, di cui abbiamo già raccontato, è stata invece identificata grazie alle analisi del DNA che, assieme ad alcuni piccoli particolari morfologici e anche comportamentali (per esempio, la tendenza a sollevarsi dal suolo arrampicandosi anche sui bassi cespugli di rododendro), hanno confermato la differenza rispetto al più comune marasso (Vipera berus). La vipera dei walser, la cui storia evolutiva sembrerebbe più affine a quella delle vipere caucasiche, vive unicamente tra i 1.500 e i 2.100 metri di quota in un’areale inferiore ai 500 chilometri quadrati all’interno di poche vallate delle Alpi piemontesi. Tale ristretto areale e una popolazione ritenuta poco abbondante – unitamente al fatto che una specie nuova in un paese molto antropizzato come il nostro la rende immediatamente “appetibile” per i soliti disgraziati collezionisti – fanno sì che questo serpente, appena scoperto, sia ritenuto da molti specialisti già, potenzialmente, a rischio di estinzione!
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