Si tratta di una domanda retorica: la sella perfetta, infatti, non esiste! Quello che di nostro appoggiamo sulla sella è destinato a soffrire. L’importante che sia un disagio sopportabile che non porti a gravi conseguenze.
Per saperne di più, ho chiesto un consiglio professionale al mio amico Matteo Marzotto Caotorta, medico specialista urologo-andrologo presso Ospedale Fornaroli di Magenta (MI).
Ecco qual è il suo parere:
“Nello sport del ciclismo si deve porre particolare attenzione a due aspetti clinico patologici che possono generare disturbi della sfera sessuale e/o minzionale. Nel caso di un ciclista che esegue allenamenti molto intensi si può avere una ridotta sensibilità, torpore a livello genitale e talvolta impotenza sessuale temporanea; ciò è dovuto ad una irritazione dei nervi del pene che vengono compressi tra la sella e le ossa pelviche e da un ridotto apporto vascolare secondario alla compressione del perineo e quindi la ridotta ossigenazione dei corpi cavernosi. Il trauma continuo della sella sulle strutture ossee del bacino può determinare una compressione del nervo pudendo, che decorre in un canale denominato canale di Alcok, la cui compressione può essere causa dei disturbi transitori della sensibilità dei genitali che i ciclisti spesso avvertono durante e dopo l’attività.
L’altro aspetto da considerare, in particolare nel caso di un ciclista di età superiore ai 50 anni con disturbi minzionali da ipertrofia della prostata, è il rischio di un peggioramento dei sintomi con flusso urinario ipovalido, oppure l’insorgenza di prostatite che provoca bruciori durante la minzione.
Alcuni studi hanno confrontato vari tipi di selle confermando che il danno minore sarebbe dato da una sella ben imbottita con ampia larghezza del piano di appoggio e con supporto adeguato delle ossa pelviche, in modo da evitare la compressione dei nervi e delle arterie del perineo.
Se prendiamo in considerazione un cicloamatore che pedala con bici da corsa per oltre 40-50 Km e quindi non un ciclista da città, è bene valutare quei modelli che hanno uno spazio vuoto all’interno e non comprimono il perineo, non alterano la funzione della prostata che rimane più libera e meno congestionata; mentre per ridurre la compressione dei nervi cavernosi, che sono interessati nella fase dell’erezione, sono consigliati dei modelli con la punta accorciata e rivolta verso il basso, cercando di mantenere quella lunghezza minima necessaria per il controllo direzionale della bicicletta.
Per ottimizzare la posizione in sella è utile misurare la distanza tra le tuberosità ischiatiche per ottenere un corretto punto di appoggio delle ossa del bacino.Tale misura cambia da soggetto a soggetto, tra uomo e donna.
Nell’immagine esemplificativa si ha un cattivo posizionamento, perché il bacino dovrebbe essere più arretrato e le tuberosità ischiatiche dovrebbero essere supportate dalla sella.
La corretta forma e larghezza della sella servono a far sì che siano le ossa a sostenere il peso del nostro corpo e che non ci sia uno schiacciamento dei tessuti molli.
Nelle donne viceversa l’uso intensivo della pratica ciclistica associata ad una sella non rispettosa dell’anatomia dell’atleta può causare vaginiti e cistiti. Gli studi scientifici e la letteratura hanno dimostrato che nella ricerca per la prevenzione delle patologie nervose e vascolari correlate al ciclismo si dovrà approfondire la sinergia tra diversi tipi di fondello e diversi design di selle, per ottimizzare la distribuzione pressoria sul perineo aumentando il livello di comfort”.
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