C’è una scienza specifica che si occupa di questo tipo di animali: la criptozoologia. Lo scopo è risalire alle caratteristiche biologiche di una specie appena scoperta e classificarla dal punto di vista zoologico, benché, all’apparenza, non risulti appartenere a gruppi animali affini. La materia è seguita da tanti appassionati perché non trascorre anno senza che venga individuato un nuovo misterioso animale. L’ultimo caso risale a pochi giorni fa. In un parco londinese è stato trovato un vertebrato che nessuno è riuscito ancora a classificare. E’ stato ricondotto a una pecora, a un uccello, al frutto di un esperimento genetico riuscito male. Ma solo attraverso dei test genetici sarà possibile risalire alla vera natura dell’esemplare.
Di pochi giorni fa anche la scoperta di una specie “inclassificabile” su una spiaggia della Russia orientale, vicino a Sakhalin Island. Si tratta di un animale simile a un delfino, ma caratterizzato da una folta peluria e da un apparato boccale peculiare. Difficile pronunciarsi a riguardo. I primi a dubitare delle similitudini con un cetaceo sono gli zoologi della Essex University, in Inghilterra, coinvolti subito dopo il ritrovamento. «I delfini appena nati posseggono follicoli peliferi, ma poi li perdono completamente crescendo», ricorda David Smith dell’ateneo inglese. Potrebbe essere un animale ricoperto di alghe rinsecchite, ma anche un esemplare scomparso rilasciato dal permafrost (il terreno perennemente ghiacciato delle alte latitudini). Non manca la fantasia. Alcuni buontemponi sono, infatti, convinti che il cambiamento delle temperature dei mari dovuto all’effetto serra stia portando alcuni animali a cambiare la propria “pelle”.
Agli inizi di giugno si parlò di un oarfish, una specie di serpente marino, altro animale di cui si sa pochissimo. Cinque metri di lunghezza, è stato trovato spiaggiato e privo di vita su un litorale californiano nei pressi di Los Angeles. Le sue generalità sono appannaggio della criptozoologia perché nessuno è mai riuscito a studiarlo approfonditamente, abitando regioni profonde dell’oceano. Un ritrovamento simile è avvenuto, ad aprile, in Nuova Zelanda, a Dunedin: in questo caso si trattò di un animale lungo tre metri. Gli scienziati ritengono che i casi come quello del mostro di Lochness, celino in realtà animali ancora poco conosciuti come l’oarfish.
Spesso, però dietro a questi ritrovamenti ci sono delle bufale vere e proprie. Si parla di scoperte sensazionali, senza nessun retroscena scientifico. E’ quel che è accaduto due anni fa in Nuova Zelanda. Il riferimento è a una notizia diffusa dall’Huffington Post relativa all’ennesimo animale misterioso rinvenuto su una spiaggia di Plenty, dotato di una potente dentatura. Si parlò di una nuova specie di coccodrillo o di una murena gigante. In realtà, erano i resti di una comunissima orca.
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