Siamo entrati nel momento più frenetico dell’anno, quello che precede il Natale. Secondo molti la stagione delle vendite per eccellenza. Tv e giornali sono zeppi di pubblicità che invitano a comprare, proliferano i messaggi subliminali. Uno degli stratagemmi più usati per trascinarci nella follia consumistica di stampo natalizio è quello di diffondere i risultati di sondaggi che rivelano una maggiore disponibilità della gente a fare acquisti.
Anche se ci siamo proposti di indirizzare la nostra esistenza verso stili più sobri, è difficile resistere alle lusinghe di un mercato ammaliante. Eppure è proprio in questi giorni che dovremmo ricercare serenità e gioia nella nostra vita quotidiana, piuttosto che attaccarci a oggetti e status symbol. Ma come fare?
Secondo Joshua Becker, autore del blog becoming minimalist.com e di numerosi titoli tra cui Living with Less: An Unexpected Key to Happiness, l’approdo alla semplicità o al minimalismo deve avvenire attraverso un desiderio radicato di cambiare la nostra vita e le nostre abitudini. Solo così potrà essere duratura la scelta di consumare meno e meglio. “Il rifiuto intenzionale a consumare in forma eccessiva apre la porta a inaspettate soddisfazioni” scrive Becker. I suoi libri e il suo blog raccontano in modo semplice i modi in cui lui e la sua famiglia vanno alla ricerca della semplicità volontaria. Ci sono parole che ricorrono di frequente nei suoi post, come donate (dono), in the long run (sulla lunga distanza) e less (meno). Sul denaro dice: “The real secret to financial freedom is spending less” (Il vero segreto per liberarsi dal denaro è spendere meno).
Joshua Becker indica tre fasi capitali nel percorso di consapevolezza verso la semplicità volontaria:
1) comprendere che il possesso di oggetti non aggiunge valore e non porta felicità alla nostra vita;
2) decidere che abbiamo abbastanza;
3) passare più tempo nella nostra comunità e impegnarsi in attività durature, come l’utilizzo dei nostri soldi per aiutare chi ha bisogno.
“Tendiamo a vivere da egoisti – ha detto il blogger statunitense – pensiamo che una macchina più grande o un vestito più bello ci porterà la felicità. Quelle cose svaniscono, diventano ruggine, si rovinano. Potremmo usare lo stesso denaro per migliorare uno qualsiasi dei numerosi problemi che affliggono il mondo “.
In un’epoca basata sulla proliferazione incontrollata dei bisogni materiali, il valore della semplicità è qualcosa che fatichiamo a comprendere, spesso tendiamo a considerarla più come una protesta o un modo per evadere la realtà. Eppure già i fondatori delle più grandi religioni difesero i principi della semplicità, e anche i grandi saggi ne fecero il perno della loro testimonianza: san Francesco, Gandhi, i profeti della tradizione ebraica, i sufi musulmani. Il filosofo americano Richard Bartlett Gregg pubblicò nel 1936 un pamphlet intitolato Il valore della semplicità volontaria. Quel libro influenzò notevolmente la vita di Martin Luther King.
Tra i buoni propositi che ci accingiamo a esprimere in occasione delle imminenti feste potremmo includere proprio il desiderio di scoprire o riscoprire la semplicità. C’è un’altra frase di Joshua Becker che mi piace condividere con voi: “Quando si tratta di cambiare il mondo intorno a noi, non dobbiamo mai sottovalutare il potere di una buona storia. La tua”.
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