Oltre 120mila capi di saiga (Saiga tatarica) sono stati trovati morti in Kazakistan. Le cause della moria di questi mammiferi, che è cominciata intorno alla metà del mese di maggio, sono ancora da chiarire.
Le morti sono avvenute in concomitanza del periodo delle nascite, colpendo principalmente le madri e i cuccioli. Tra le ipotesi al vaglio degli degli studiosi, c’è quella della contaminazione dell’acqua da parte di un batterio che, tuttavia, non sarebbe potuto essere così letale a meno che gli animali non avessero avuto un sistema immunitario già gravemente compromesso.
La strage in corso in Kazakistan ha fatto calare di un terzo la popolazione globale di questa specie, già pesantemente minacciata dai bracconieri. Infatti, secondo la medicina tradizionale cinese, le corna dei saiga avrebbero proprietà curative. A causa della caccia di frodo, negli anni ’90 la sopravvivenza della saiga è stata gravemente minacciata e il numero di questi animali è diminuito del 95%.
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