Le attività industriali continuano a rilasciare nell’atmosfera – e quindi nel mare attraverso la pioggia – quantità sempre più crescenti di mercurio. Il metallo pesante finisce poi sulle nostre tavole sotto forma di pesce contaminato, non senza seri rischi per la salute.
A tal riguardo, l’Università di Montreal ha pubblicato un nuovo studio che evidenzia come il fenomeno del pesce contaminato sia in costante aumento.
I paesi più esposti
Lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista Scientifc Report, ha preso in analisi i dati raccolti tra il 2001 e il 2011: delle 175 nazioni considerate dalla ricerca, ben 66 sono state esposte a livelli di metil-mercurio superiori a 1,6 microgrammi per chilo di peso del consumatore alla settimana.
Tra i paesi occidentali, l’Italia si posiziona all’ottantesimo posto, con un valore al di sotto di 1,3 microgrammi pro capite; meglio di Portogallo (3,4), Finlandia (2,6), Spagna (2,4), Francia (1,8), ma peggio della Gran Bretagna (1,1), della Germania e degli Stati Uniti (0,8).
Tra i paesi maggiormente esposti ci sono, invece, le Maldive con 23 microgrammi, indice del fatto che si tratta di un problema globale.
Quali rischi
Secondo i ricercatori, l’esposizione ad alte dosi di questo metallo pesante avrebbe severe ripercussioni soprattutto sullo sviluppo fetale e, in particolar modo, sulle funzioni cerebrali superiori, vale a dire quelle più complesse che regolano il linguaggio e la memoria.
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