Frutta, ortaggi, foraggi, piante officinali e colture come cotone e soia non esisterebbero senza l’impollinazione effettuata dalle api. Le api contribuiscono a mantenere viva la biodiversità, un patrimonio immenso da proteggere. Eppure negli ultimi anni, solo in Europa, è scomparso il 20% delle api, con punte del 50% in alcune zone.
Responsabile è l’agricoltura intensiva, con l’uso di fitosanitari e pesticidi. In questo scenario, gli apicoltori sono dei veri e propri “guardiani delle api”: vivono in simbiosi con loro, le devono proteggere e ne devono soddisfare le necessità. Siccome le api non sono addomesticabili, l’apicoltura è l’unica forma di allevamento che non sfrutta gli animali con cui lavora. Le arnie permettono di raccogliere il miele senza danneggiare le api e senza toccare le riserve a loro necessarie.
Coltivatori di biodiversità
L’apicoltura è un mestiere antico, che si tramanda con l’esperienza, fatto di attese e di silenzi. Solo rispettando le api e il loro istinto, solo osservandole e imparando è possibile essere dei bravi apicoltori.
Tra le caratteristiche distintive della cooperativa di apicoltori Conapi, ci sono il forte orientamento alle produzioni sostenibili e il legame con il territorio. Il miele è ottenuto nel rispetto dell’ambiente e della biodiversità, nella consapevolezza del ruolo fondamentale svolto dall’apicoltura nell’ecosistema.
Il Consorzio Nazionale Apicoltori (Conapi) è l’impresa cooperativa a livello nazionale fra soci apicoltori più grande d’Italia ed è tra le più importanti a livello europeo. Le aziende consociate sono 270. In queste lavorano oltre 600 apicoltrici e apicoltori. I soci partecipano in forma singola o associata. Quindi ci sono anche delle associazioni o delle cooperative che racchiudono più apicoltori.
Gli apicoltori sono il vero patrimonio di Conapi. Come dice il Presidente Pagani: «Mi piacerebbe che le persone si fermassero a pensare un po’ a quello che è il nostro lavoro, al fatto che le api sono intorno a noi, ovunque, anche se noi non ce ne accorgiamo. Tutto quello che vediamo quando spaziamo con lo sguardo, bene o male si deve a quel piccolo insetto impollinatore. E dietro questo insetto ci sono delle persone, che lavorano, che parlano poco, che sono abbastanza restie, perché sono abituate a relazionarsi con un insetto, ma che hanno una luce nello sguardo che tradisce anche un po’ di “follia”. Tutte queste persone sono portatrici di storie veramente particolari. Quello che amo dire ai miei interlocutori è: “Se conoscete un apicoltore, provate a farvi raccontare la sua storia. Sarà, comunque, del tempo ben speso”».
Per loro, durante l’anno, Conapi organizza incontri territoriali, finalizzati a valutare problemi e risorse dei soci di aree geografiche omogenee, per consolidare la professionalità, favorendo lo scambio di esperienze e promuovendo la formazione.