Il raggruppamento sociale è onnipresente in tutto il regno animale; si va da coppie di individui ad aggregazioni numerose e comunità strutturate, da unioni provvisorie a gruppi stabili e di lunga durata. Gli animali si coordinano tra loro per ottenere benefici, come la maggior possibilità di accoppiamento, la maggior facilità di foraggiamento o il minor rischio di predazione. Tutti questi benefici si realizzano attraverso processi comportamentali individuali che modellano e sono modellati dalla struttura sociale.
Gli studiosi hanno cercato l’esistenza di meccanismi universali alla base del comportamento collettivo. La prima evidenza è che molti modelli comportamentali collettivi complessi possono emergere attraverso processi di auto-organizzazione di individui che utilizzano semplici regole di interazione. Ma nei gruppi gli individui non sono tutti uguali: grazie alla variazione fenotipica ritroviamo in un gruppo la presenza di soggetti con precisi compiti.
Leadership e processo decisionale collettivo
Ci sono soggetti che tendono ad avere un’influenza maggiore sui movimenti del gruppo e sul processo decisionale: è più probabile che gli individui che hanno più informazioni o esperienze attirino dei seguaci. Ad esempio, in gruppi di elefanti e di orche, gli individui più esperti e più anziani guidano le decisioni legate al foraggiamento, portando un significativo miglioramento del benessere del gruppo.
La differenza individuale nella conoscenza o nell’esperienza può anche migliorare il processo decisionale collettivo e la risoluzione dei problemi: spesso nei banchi di pesci i leader non impongono decisioni, ma mostrando percorsi di movimento più diretti o più facili suscitano il seguito.
Diversi in che cosa?
Quali sono le differenze fenotipiche importanti per il gruppo? Gli aspetti più importanti dei singoli soggetti che sono state prese in considerazioni dagli studiosi sono le capacità biomeccaniche (capacità muscolare, mobilità, velocità), bioenergetiche (tasso metabolico) neuroendrocrinologiche (espressione ormonale e attività di alcune aree cerebrali, fondamentali per le emozioni) e il funzionamento cognitivo (l’acquisizione sensoriale, l’elaborazione delle informazioni, la conoscenza e la capacità di apprendimento).
La variazione individuale nei processi fisiologici e cognitivi determina la capacità comportamentale dell’individuo stesso che, in combinazione con gli stimoli esterni, è motivato a comportarsi in un determinato modo.
Esiste anche il conformismo
L’ambiente sociale ha sempre un effetto sull’individuo che deve modulare il suo comportamento anche in base alle caratteristiche di chi lo circonda. In certi gruppi le differenze comportamentali derivate dalla variazione fenotipica possono essere parzialmente o completamente annullate dalla tendenza degli individui a conformarsi.
Un chiaro esempio di conformismo sociale è la convergenza delle velocità spontanee di gruppi di animali in movimento, come gli stormi di uccelli.
L’eterogeneità individuale all’interno dei gruppi può anche aumentare o diminuire indipendentemente dagli effetti del conformismo. Da un lato, può verificarsi una maggiore eterogeneità quando determinati individui diventano più abili nel tempo, nel movimento o nell’apprendimento sociale. Allo stesso modo, differenze prolungate nell’assunzione di cibo possono portare a differenziazione nei tassi metabolici tra i membri del gruppo. D’altra parte, l’eterogeneità individuale può diminuire o scomparire a causa del feedback sociale: ad esempio, le differenze intrinseche nella fisiologia e nella motivazione al foraggiamento si riducono quando gli individui sono sazi perché il gruppo efficiente e coordinato ha un’ottima strategia alimentare.
Il giusto equilibrio
Le peculiarità individuali possono determinare il benessere del gruppo e il gruppo può livellare le differenze tra gli individui, a seconda delle necessità del momento. La vita di comunità è un continuo scambio tra i vari individui e tra loro e l’ambiente. Tutto viene influenzato da ciò che lo circonda.