I colori mozzafiato dei coralli sono una delle cose più affascinanti della barriera corallina, qualcosa però – un virus dei coralli – sta modificando anche questo splendido quadro acquatico. La colpa ricade sulle ondate di calore sempre più frequenti che colpiscono ormai ogni punto del nostro pianeta, il fatto che il riscaldamento delle acque oceaniche non faccia bene ai coralli era già cosa nota, poiché contribuisce all’inquietante processo di sbiancamento.
Ma pochissimi ricercatori, fino a oggi, hanno esaminato in che modo il caldo e altre forme di stress influenzano le epidemie di virus dei coralli, e ancora meno hanno esaminato le dinamiche di queste epidemie a livello di barriera corallina.
Una nuova ricerca ha fatto entrambe le cose ed è stata la prima al mondo ad analizzare la prevalenza, la persistenza, i fattori scatenanti e gli impatti sulla salute dei “dinoflagellate-infecting RNA viruses” (dinoRNAV), virus a RNA a filamento singolo che infettano le alghe simbiotiche che vivono all’interno dei coralli.
Sono proprio queste alghe simbiotiche, Zooxanthellae, che conferiscono, infatti, il caratteristico colore alle barriere coralline.
Lo studio “Viruses of a key coral symbiont exhibit temperature-driven productivity across a reefscape” pubblicato su ISME Communications è il prodotto di 3 anni di lavoro di un team di ricercatori statunitensi, neozelandesi e delle Isole Vergini Usa che, in questo lasso di tempo, hanno scoperto che durante le ondate di caldo marino i virus possono aumentare i loro attacchi a queste alghe simbiotiche.
I ricercatori di coralli e malattie marine stanno prestando sempre più attenzione ai virus dei coralli, da quando sono state trovate prove che suggeriscono che le infezioni virali dei dinoflagellati simbiotici potrebbero essere responsabili della malattia da perdita di tessuto del corallo pietroso (SCTLD), una delle più letali malattie dei coralli mai registrate. Infatti, la SCTLD ha sterminato le barriere coralline in Florida e nei Caraibi da quando è stata scoperta per la prima volta nel 2014.
Lauren Howe-Kerr del Department of BioSciences della Rice University, principale autrice dello studio, sottolinea che: «Sebbene questo studio non sia focalizzato sulla SCLTD, ci permette di capire meglio i virus dei coralli, e in particolare i virus a RNA che infettano gli endosimbionti dei coralli. Il nostro lavoro fornisce la prima prova empirica che l’esposizione alle alte temperature sulla barriera corallina innesca infezioni da dinoRNAV all’interno delle colonie di coralli e abbiamo dimostrato che tali infezioni sono intensificate nelle colonie di coralli malsane».
Un lavoro meticoloso
I siti di studio sono stati posizionati in varie zone della barriera corallina sottomesse a tipi di stress ambientale differenti. Per esempio, le barriere coralline rivolte verso l’oceano sono più profonde, con temperature dell’acqua più fresche e costanti; invece, quelle vicino alla costa sono sottoposte alle temperature più elevate e alla maggiore variabilità di clima.
Uscire, localizzare e campionare sempre le stesse colonie di coralli due volte all’anno in questo periodo di tre anni è stato un lavoro enorme, reso ulteriormente complicato dalla pandemia, che ha impedito di campionare a marzo 2020.
I dati raccolti hanno, però, contribuito a mettere in luce molte dinamiche virali nella barriera corallina. Era noto, già da studi precedenti, che i coralli ospitassero molti virus diversi, ma non si sapeva come specifici tipi virali fossero distribuiti su una barriera corallina.
I dettagli della ricerca
I campioni di 54 colonie di coralli sono stati prelevati durante il monitoraggio tra agosto 2018 e ottobre 2020. In quel lasso temporale le temperature dell’acqua più calde sono state registrate nel marzo del 2019.
In una delle innumerevoli immersioni, nelle acque dell’isola di Moorea nel Pacifico, finalizzata alla raccolta di campioni la dottoressa Lauren Howe-Kerr, si è trovata di fronte a uno scenario spaventoso: la barriera corallina era di un bianco spettrale a seguito dell’espulsione di massa delle alghe simbiotiche fotosintetizzanti che rendono i coralli così colorati.
Il 50% dei coralli presi a campione ha patito una mortalità parziale. Quelli più colpiti sono stati i reef di fronte all’oceano, con una probabilità di un’eventuale mortalità parziale rispetto ai coralli nelle barriere coralline interne aumentata di ben tre volte.
«Abbiamo rilevato infezioni da dinoRNAV in oltre il 90% delle colonie campionate nei tre anni. E la composizione e la diversità dei virus che abbiamo trovato in quelle infezioni differivano in base alle zone della barriera corallina. Ciò indica che le condizioni ambientali giocano un ruolo nella dinamica di questi focolai» aggiunge la ricercatrice.
Gli studiosi sottolineano che è stata rilevata un’ampia varietà di virus a RNA nelle colonie stressate dal calore nel 2019, questo fa capire come il caldo abbia scatenato un accrescimento della produzione virale.
E alla luce dell’aumento delle temperature oceaniche avvenuto negli ultimi tempi, restare in vita per i coralli diventerà sempre più difficoltoso.
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