Si celebra domani, giovedì 22 settembre, la sesta edizione della giornata mondiale del rinoceronte.
Un’occasione per riflettere sullo stato di conservazione di uno degli animali più minacciati per mano dell’uomo. La richiesta di corni di questo animale, infatti, sembra non volersi fermare, alimentata anche dalla costante domanda del mercato cinese e vietnamita.
Lo scorso anno è stato il peggiore per questa specie: nel 2015 sono stati 1338 gli esemplari uccisi in Africa e in Asia dai bracconieri. Un’escalation inarrestabile, che dal 2007 a oggi ha portato alla morte di quasi 6mila rinoceronti.
Gli sforzi per la conservazione del rinoceronte
Si stima che, complessivamente, siano circa 28mila i rinoceronti ancora presenti in natura.
Gli sforzi della comunità internazionale sono mirati a salvaguardare la sopravvivenza delle cinque specie esistenti, due delle quali – rinoceronte nero (Diceros bicornis) e quello bianco (Ceratotherium simum) – hanno il loro habitat sul territorio africano.
La situazione più drammatica, tuttavia, pare essere quella delle specie presenti sul continente asiatico: sia il rinoceronte di Giava (Rhinoceros sondaicus) che il rinoceronte di Sumatra (Dicerorhinus sumatrensis) sono stati inseriti nella lista rossa dell’IUCN, l’unione internazionale per la conservazione delle natura.
È in leggera crescita, invece, la popolazione di rinoceronte indiano (Rhinoceros unicornis). Gli sforzi congiunti di India e Nepal per la tutela di questo animale hanno fatto registrare un lieve incremento della popolazione, che conta oggi circa 2400 individui presenti in natura.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com