Le Grotte di Škocjan sono uno dei più straordinari spettacoli naturali della Terra e non a caso dal 1986 sono incluse nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
Un ampio tratto delle Grotte di Škocjan è stato ben attrezzato per renderlo fruibile a tutti e regala un’esperienza inaspettata. Attraverso camminamenti e suggestivi ponti sopra il rumoreggiante Reka che scorre lungo la gola decine di metri più in basso, si ammira un incredibile ambiente di riminiscenze dantesche.
Non a caso, uno degli itinerari è denominato “Agli inferi costeggiando il fiume Reka”. Percorribile a piedi, accompagnati da guide, segue il corso del fiume e prende avvio nel punto in cui l’acqua fa il suo ingresso nelle grotte. Non è sempre percorribile a causa delle variazioni repentine della portata del fiume.
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L’intienario che abbiamo percorso, invece, ha inizio nella dolina di crollo Globočak Si, a una decina di minuti a piedi dal Centro informazioni. La visita guidata in gruppo comincia da una galleria artificiale di 116 metri, percorsa la quale si accede alla Grotta del Paradiso, dove si ammirano le stalattiti più belle di tutto il complesso.
Attraversata un’altra sala, caratterizzata dal fondo ricoperto di sedimenti alluvionali (la Sala dei crolli), si giunge nell’enorme Sala Grande, con le sue gigantesche stalagmiti alte fino a 15 metri, i Giganti, custodi di questo luogo fuori dal tempo e immerso nel silenzio.
Proseguendo, raggiungiamo la celebre Sala dell’Organo, che prende il nome da una magnifica stalattite che ricorda lo strumento musicale. Ed è qui che d’un tratto ci accorgiamo della presenza del Reka, che riecheggia in lontananza facendosi sempre più fragoroso a mano a mano che proseguiamo nel cammino. Superata la Grotta del Silenzio, iniziamo una discesa a tornanti che ci porta sull’orrido sotterraneo del fiume Reka. Il volume della grotta amplifica il rumore dell’acqua tra le rocce, che è quasi assordante. L’aria è satura di vapore acqueo e le pareti della roccia grondano di umidità.
Un ponte attraversa il canyon a 47 metri di altezza, sopra alle acque biancastre e impetuose che procedono nell’alveo sotterraneo. Rimaniamo sospesi lassù per qualche minuto, ammirati da tanta potenza. Si prosegue lungo un sentiero elevato che risale il corso del fiume. Più avanti, il percorso abbandona il Reka, e sale alla Grotta delle Fontanelle con le sue formazioni a bacinelle.
Nella successiva Sala Schmidl si comincia a intravvedere il bagliore della luce esterna e si osserva per l’ultima volta il Reka, mentre s’inabissa nell’inghiottitoio iniziale. Riemergiamo dal buio regno dell’Ade nella verde Velika dolina, caratterizzata da un raro mix di vegetazione alpina e mediterranea. Sono infatti presenti contemporaneamente relitti glaciali come la primula orecchia d’orso e la sassifraga incrostata e specie termofile come il capelvenere e il muschio della specie Tortella flavovirens.
Una funicolare ci risparma infine la risalita della dolina, profonda 163 metri e in pochi minuti ritorniamo al centro informazioni di Matavun, da cui eravamo partiti.
Un Parco per proteggere il Carso
Il Parco regionale costituito intorno alle Grotte di Škocjan e al bacino del Reka nel 1996 comprende il tipico paesaggio carsico, caratterizzato da doline di crollo. Questi ambienti sono frequentati da numerose specie di uccelli e di pipistrelli; questi ultimi vantano grandi colonie riproduttive all’interno delle grotte, per esempio il miniottero e il vespertilio di Capaccini.
Il sistema sotterraneo del Reka gode di una temperatura costante tutto l’anno ed è abitato da animali cavernicoli rari, come il proteo (Proteus anguinus). In questo habitat, buio e privo di vegetazione il cibo arriva dalla superficie solo in forma di resti organici e in piccole dosi. Gli animali terrestri adattati a queste condizioni sono di piccole dimensioni e rappresentati da coleotteri, ragni e pseudoscorpioni.
Tuttavia, anche in un luogo così apparentemente immutevole le situazioni possono evolvere, come testimonia il progressivo insediamento di alcune specie vegetali giunte in seguito all’installazione dell’illuminazione artificiale che delimita i percorsi sotterranei.