Sempre nel 1990, l’anno in cui Theoria pubblica Il re degli alberi dello scrittore cinese Acheng, Arnoldo Mondadori dà alle stampe La Natura ci parla di Hermann Hesse. L’iniziativa riprende quella avviata dall’editore tedesco Suhrkamp, che mira a proporre l’opera dello scrittore in una serie di antologie di brani selezionati secondo temi monografici.
In particolare, il libricino in questione mostra come una larga parte dell’opera hessiana sia in sostanza un originale manifesto in onore della natura. Non vi sono raccolti aforismi o massime, ma interi brani capaci di evocare la potenza narrativa dello scrittore tedesco naturalizzato svizzero, potenza narrativa che assume ancora maggiore efficacia proprio quando sono affrontati temi quali il rapporto uomo e ambiente, l’ecologia, la conservazione delle specie animali e vegetali.
Certo, Hesse è maestro nell’uso di metafore e afflati lirici, a volte forse eccede anche in compiaciuti moralismi. Eppure tutto appare molto genuino e sentito. «Gli alberi», scrive in uno dei brani più seducenti della raccolta, «sono sempre stati i predicatori più persuasivi».
Qua e là emergono anche brevi poesie. In “Preghiera” si legge: «Solo per chi ha trovato te, natura, ogni terra diventa sacra dimora».
Parabole, allegorie, c’è tutto Hesse in La Natura di parla. A tratti profondo e raffinato, a tratti popolare. Romantico eppure cinico. La penna multiforme del Premio Nobel per la letteratura nel 1946 invita a riflettere su temi rimasti in larga parte attuali.
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