Il Piano per la gestione e la conservazione del lupo in Italia prevede che ogni anno possano essere abbattuti 60 lupi. Si tratterebbe di deroghe al divieto di uccisione di questa specie, che nel nostro Paese risulta protetta dal 1971. Una sorta di “licenza” di uccidere.
La proposta, contenuta nella bozza di Piano redatta dal Ministero dell’Ambiente, ha l’intento di mitigare il conflitto sociale connesso alla coesistenza uomo-lupo.
Dal canto proprio, il dicastero si è affrettato a precisare che il nuovo testo non autorizza a priori gli abbattimenti, che la soglia di prelievi garantirà “assoluta sicurezza” per la popolazione del lupo nel nostro Paese e che il piano è stato redatto a partire dalle più aggiornate informazioni scientifiche in materia.
Dure critiche dalla Lav
Non sono mancate, però, le piogge di critiche. Tra le voci più aspre c’è quella della Lav, lega anti vivisezione, il cui presidente Gianluca Felicetti ha così commentato: “Dopo 45 anni di protezione di questa specie il Ministro dell’Ambiente dà il via libera ai fucilieri che potranno uccidere solo una sessantina di lupi ogni tanto. Per motivi ambientali, scientifici? Tutt’altro: per mitigare il conflitto sociale. Si tratta di una scelta in omaggio a categorie che alzando la voce hanno avuto milioni di euro negli ultimi anni per prevenzione e compensazione dei danni causati dalla fauna selvatica e che fomentano il bracconaggio”.
La Lav, inoltre, ha espresso la propria preoccupazione circa le possibili uccisioni dei cani randagi che abitano le zone rurali, pratica questa messa al bando da una legge del 1991. In risposta, il Ministero dell’Ambiente ha precisato che il Piano non fa in nessun punto riferimento a tale eventualità.
La petizione del WWF
Per salvare i lupi, il WWF è sceso in campo con la campagna #soslupo e una petizione online con la quale si chiede al Ministero di non concedere le deroghe al divieto di rimozione di lupi dall’ambiente naturale prevista nel
Piano.
Ora la bozza del Piano passerà al Comitato paritetico per la biodiversità e successivamente alla Conferenza Stato-Regioni. Ma si preannuncia dura battaglia, sia in aula, sia in piazza.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com