Nome
Merlo (Turdus merula)
Descrizione
Il maschio è uniformemente nero lucido, con becco arancio vivo in estate, giallastro nella restante parte dell’anno. La femmina è brunonerastra con becco bruno.
Fenologia
In Italia è stanziale, nidificante, migratore e svernante regolare.
Habitat
È specie legata agli ambienti alberati, dal livello del mare fino al limite della vegetazione arborea. Localmente può risultare particolarmente abbondante in ambiti urbani e suburbani purchè caratterizzati da una certa copertura arborea e cespugliosa, prediligendo zone fresche con vegetazione diversificata e presenza di spazi erbosi aperti utilizzabili per la ricerca di cibo.
Distribuzione
Il Merlo è ampiamente diffuso e comune in tutti i Paesi europei, dall’Islanda alla Russia e a tutto il bacino del Mediterraneo. Le diverse popolazioni geografiche mostrano un’ampia variabilità del comportamento migratorio, con popolazioni sedentarie, parzialmente migratrici ed erratiche, o completamente migratici. Le popolazioni distribuite nelle aree più settentrionali dell’ampio areale riproduttivo si muovono verso sud e verso ovest per svernare nelle regioni mediterranee, dove si sovrappongono alle popolazioni residenti e spesso urbanizzate. In Italia nidifica in tutta la penisola, nelle isole maggiori e minori, risultando scarso in alcune aree della Puglia probabilmente per la ridotta disponibilità di habitat adatti. La popolazione nazionale è stimata in 25 milioni di coppie.
Stato di conservazione
La popolazione europea è attualmente considerata sicura. Tuttavia, studi condotti in Lombardia sull’andamento delle popolazioni nidificanti evidenziano un declino di circa il 50% dal 1992 al 2004. Una causa importante di tale decremento numerico è da ricondurre all’azione dell’USUTU virus, isolato dalla Facoltà di Veterinaria dell’Università di Vienna. Pur con un significativo recupero dal 2005 al 2007, la tendenza negativa a lungo termine permane significativa, con una diminuzione media annuale del 2,2% tra il 1992 e il 2007.
In contesti ambientali caratterizzati da agricoltura intensiva su larghe estensioni, un fattore limitante consiste nell’eccessiva banalizzazione ambientale e nella riduzione di elementi importanti quali siepi, arbusti e filari arborei. Altre minacce sono rappresentate dall’uso di pesticidi in agricoltura, che riducono le risorse alimentari, e dall’impatto contro vetrate e autoveicoli.
di Fabio Casale, Fondazione Lombardia per l’Ambiente
Supervisione scientifica: Giuseppe Bogliani, Università degli Studi di Pavia
tratto da:
Casale F., 2015. Atlante degli Uccelli del Parco Lombardo della Valle del Ticino.
Parco Lombardo della Valle del Ticino e Fondazione Lombardia per l’Ambiente.
Foto: Antonello Turri