Le immagini postate sui social dagli abitanti di Surigao City, nelle Filippine, sono diventate virali nel giro di poche ore.
E non sarebbe potuto essere altrimenti: le foto scattate sulla spiaggia mostrano una carcassa biancastra, portata a riva dalle correnti. Una massa informe, non riconducibile ad alcun animale conosciuto.
Le speculazioni non sono tardate ad arrivare e qualcuno è arrivato a dire che si potesse trattare dei resti di un mostro marino o di una specie ancora sconosciuta.
Per cercare di portare ordine nella vicenda è intervenuto anche il Municipal Environment and Natural Resources Office (MENRO), che ha ipotizzato si trattasse di un lamantino, visto il colore della pelle e le dimensioni.
Secondo gli esperti, però, la spiegazione è molto più semplice: si tratta di collagene, la sostanza generata dalla decomposizione degli organismi marini. Il processo rende la carcassa quasi irriconoscibile, trasformandola in un ammasso informe. Il fenomeno è abbastanza comune, tanto da avere anche un nome: globster.
Il mistero dei globster
Il nome globster – o blob – indica, infatti, una massa di materia organica che viene portata a riva. Il termine fu coniato nel 1962 per descrivere una carcassa rinvenuta in Tasmania dal naturalista Ivan Sanderson. Sanderson descrisse lo strano animale arenato sulla riva come un essere «che pareva non aver occhi visibili, nessuna testa definita e apparentemente nessuna struttura ossea».
Ma di che animali si tratta? I casi più celebri parlano dei resti di calamari giganti, polpi, balene e grossi squali. Per la gioia degli appassionati di criptozoologia, però, i globster spesso rimangono senza un nome: spesso, infatti, le carcasse sono in così avanzato stato di decomposizione che risalire alla specie è impresa impossibile.
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