Granchi, pesciolini e persino le “temibili” meduse. Quale bambino in spiaggia d’estate non si cimenta nella pesca con il retino? Con buona pace dei poveri abitanti del mare, che vengono così catturati e, nella maggior parte dei casi, uccisi.
Una vera e propria tortura che viene avallata, se non addirittura incentivata, dagli adulti e che, oltre a essere una pratica crudele è anche vietata dalla legge. Pochi sanno, infatti, che tutti gli animali, compresi quelli marini, sono protetti e non si possono catturare né imprigionare, neanche temporaneamente: è un reato ai sensi del Codice Penale articolo 544 bis e ter.
È fondamentale quindi insegnare ai più piccoli a rispettarli, come ricorda con un video anche l’Enpa, Ente Nazionale Protezione Animali.
Prendere un granchio o qualsiasi altro animale del mare e metterlo nel secchiello equivale a garantirgli una morte certa, anche una volta liberato: l’acqua nel secchiello raggiunge infatti velocemente alte temperature e già quaranta gradi possono essere fatali.
È importante quindi che i bambini – e gli adulti prima di loro, che spesso agiscono con leggerezza – ne siano consapevoli.
Uno studio dell’Università di Cambridge sottolinea, tra l’altro, come l’amicizia con gli animali sviluppi nei più piccoli il rispetto verso gli altri e la capacità di relazionarsi con il mondo in maniera equilibrata: i bambini che rispettano gli animali saranno dunque adulti migliori.
Senza contare che il mare copre il 70% del pianeta e produce il 50% dell’ossigeno che respiriamo e averne cura significa avere cura di noi stessi e delle persone che amiamo.
L’Enpa suggerisce, infine, modi più divertenti ed educativi di giocare in mare: dalla raccolta delle conchiglie sulla spiaggia, all’esplorazione dei fondali con la maschera, dalle foto subacquee, alla gara a chi vede più animali marini. Trattandoli sempre con rispetto.