di Marco Bertolino e Maria Paola Ferranti
Molti nudibranchi, come per esempio la specie Flabellina affinis, si nutrono dei polipi di idrozoi senza digerirne le cellule urticanti, gli cnidociti. Queste cellule vengono accumulate, dai nudibranchi, nei loro cerata (espansioni cutanee con funzione respiratoria, digestiva e di difesa), per poi essere utilizzate a loro volta come arma di difesa contro i diversi predatori: vermi, picnogonidi (ragni di mare), pesci e altri ancora.
Descrizione
Flabellina affinis (Gmelin, 1791). Flabellina lilla. Presenta un corpo allungato e assottigliato posteriormente, con brevi appendici laterali (6-9 per lato) su cui sono riuniti i cerata (3-9 per gruppo). La parte anteriore porta un paio di tentacoli orali lisci e dei rinofori anellati. La colorazione del corpo è lilla-viola, con i cerata di colore viola traslucido, attraverso i quali si intravedono le espansioni intestinali di colore rosso. Le uova sono di colore rosa-viola. Si nutre di polipi dell’idrozoo del genere Eudendrium, senza digerirne gli cnidoblasti (o cnidociti), ma accumulandoli nei cerata li utilizzano come arma di difesa. Depone le uova in cordoni sottili e arrotolati.
Habitat
Vive su substrati rocciosi popolati da idrozoi, da pochi metri sino a 50 m di profondità.
Distribuzione
Presente in tutti i mari italiani.
L’Atlante e i suoi autori
Questa scheda è tratta dall’Atlante della flora e della fauna “Pinneggiando nei mari italiani”, frutto di anni di studio e della passione di Marco Bertolino e Maria Paola Ferranti per il mondo marino e che ha come obiettivo di mettere in risalto la complessa biodiversità dei mari italiani e di farne conoscere le meraviglie. Il volume descrive oltre 650 specie, dalle alghe ai mammiferi, ed è preceduto da un’introduzione sui principali ambienti presenti lungo le coste italiane, dalla superficie alle maggiori profondità, in un’alternanza di aree sabbiose, ciottolose e rocciose, caratterizzate da habitat marini peculiari.
Marco Bertolino e Maria Paola Ferranti sono biologi marini dell’Università degli Studi di Genova, da anni impegnati nella ricerca.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com