Fino a quando dovremo vedere disparità? Fino a quando l’ingiustizia regnerà nei nostri cuori? Sempre a pensare di essere superiori, di essere migliori di tutti e di tutto. L’unico scopo è l’accumulo: di ricchezze o semplicemente di cose. Ma che valore hanno queste “cose”? E la ricchezza? Ci accompagnerà oltre la vita? Ci servirà? Gli affari, gli accumuli, gli sconti natalizi, e che altro?
Via da tutto questo: ritorniamo a noi, alle nostre umili origini (umile, dal latino humus, terra). La Natura, ancora una volta, diventa testimone di un progetto su di noi che va ben oltre le nostre piccolezze e il nostro frivolo potere temporale.
Il poeta indiano Tagore, con la sua nota sensibilità, coglie appieno questa urgente richiesta: uomo, perché non guardi alla semplice foglia d’erba che siede sullo stesso tappeto del raggio di sole?
Nella sala delle udienze del mondo
la semplice foglia d’erba è seduta
sullo stesso tappeto del raggio di sole
e le stelle della mezzanotte.
Così i miei canti condividono il posto
nel cuore dl mondo con la musica
delle nubi e delle foreste.
Ma tu, uomo ricco e potente,
la tua ricchezza non ha nessuna parte
nella semplice grandiosità
del gioioso oro del sole
e del tenero riflesso della luna.
La benedizione del cielo
che tutto abbraccia
non è versata su di essa.
E quando compare la morte,
essa impallidisce e appassisce
e si sbriciola in polvere.Rabindranath Tagore
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