Una buona notizia arriva dall’oasi WWF di Orbetello. Dopo un viaggio durato tre settimane, è giunto lo stormo di ibis eremita (Geronticus eremita) che è stato guidato nella migrazione da due ultraleggeri.
Accompagnati dai propri “genitori” umani, i 31 ibis erano partiti lo scorso 22 agosto dalla città austriaca di Salisburgo. A bordo dei due velivoli c’erano i 4 volontari del progetto “LIFE + Reason for Hope” che hanno addestrato i rari uccelli per compiere la migrazione.
Al momento dell’arrivo nel nostro paese, due degli uccelli dello stormi risultano dispersi: si tratta di Hannibal e Leonida, dei quali si sono perse le tracce al momento della partenza dalla tappa intermedia di Valle Gaffaro, nel Dellta del Po. Non è il primo caso di ibis eremita che si allontana dal gruppo; il 4 settembre Raphael, esemplare femmina, aveva perduto la rotta e – grazie al tam tam su Facebook – è stata ritrovata e ha potuto proseguire la migrazione.
Yuki, invece, è stato trasportato in una clinica specializzata a Villach, in Austria, poiché ferito al becco.
Ora lo stormo di Ibis eremita svernerà a Orbetello fino a primavera per poi fare ritorno in Austria con l’arrivo della bella stagione.
Perché serve l’intervento dell’uomo
L’ibis eremita è una specie classificata in pericolo critico di estinzione. Si conta che, nel XX secolo, il numero di esemplari si sia ridotto addirittura del 98%. Caccia di frodo e distruzione dell’habitat naturale sono due delle cause che hanno minacciato la sopravvivenza di questo volatile.
Allevati dai volontari, gli ibis eremita del progetto “Life+ – Reason for Hope” sono cresciuti a stretto contatto con gli umani, che hanno imparato a riconoscere come membri del proprio stormo a tutti gli effetti.
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