E’ stato inviato a Bruxelles lo schema di decreto che introduce l’indicazione obbligatoria di origine dei prodotti lattiero caseari.
Si tratta di un passo avanti importante per la tutela del Made in Italy, che permetterà così al consumatore finale di sapere con chiarezza da dove proviene la materia prima utilizzata nella produzione di formaggi, burro, yogurt e latticini.
“Siamo davanti a un passo storico che può aiutare tutto il sistema lattiero caseario italiano – ha dichiarato a proposito il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina -. Quello del latte è un settore che, nel suo complesso, vale più di 20 miliardi di euro e che vogliamo dotare di ancor più strumenti per competere sul mercato. Ci sono analisi che dimostrano la propensione dei consumatori a pagare anche di più per un prodotto che sia d’origine italiana tracciata. Con questo decreto sarà possibile sfruttare questi spazi, perché finalmente i consumatori potranno essere pienamente informati. L’indicazione chiara ed evidente dell’origine della materia prima è un elemento cruciale per valorizzare il lavoro di più di 34mila allevatori che rappresentano il cuore pulsante di questo settore. Il nostro impegno per salvaguardare il loro reddito è quotidiano e spingiamo perché ci sia un ulteriore rafforzamento dei rapporti di filiera nel nostro Paese. Lavoriamo ancora a Bruxelles perché questa sperimentazione apra la strada a un passo europeo ancora più forte”.
Cosa dice il decreto
Il testo del decreto dice che il latte e i suoi derivati dovranno avere obbligatoriamente indicata l’origine della materia prima.
Sulle etichette, dunque, compariranno i nomi del paese di mungitura, del paese di confezionamento e, infine, quello del paese di trasformazione.
Per il latte munto, confezionato e trasformato interamente nel nostro Paese, la dicitura riporterà solamente la frase “Origine del latte: Italia”.
Se le fasi di confezionamento e trasformazione avvengono nel territorio di più paesi e diversi dall’Italia possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le diciture: origine del latte: Paesi UE, Paesi NON UE; oppure ancora: Paesi UE E NON UE.
Il provvedimento esclude i prodotti Dop e Igp, poiché questi hanno già disciplinari dedicati.
Gli italiani vogliono chiarezza
Per quanto riguarda il latte, gli italiani vogliono chiarezza. Secondo un’indagine demoscopica compiuta da Ismea emerge, infatti, che il 67% dei consumatori sarebbe disposto a pagare dal 5 al 20% in più per un prodotto davvero Made in Italy.
9 italiani su 10 ritengono importante conoscere l’origine delle materie prime, e questo per questioni legate al rispetto degli standard di sicurezza alimentare.
I numeri del settore
Il settore lattiero caseario in Italia dà lavoro a 39mila persone. 34mila allevatori gestiscono i quasi 2 milioni di vacche da latte, che producono ogni anni 11 milioni di tonnellate di latte, di cui il 50% viene trasformato in formaggi Dop. Il valore della produzione è di 4,8 miliardi di euro, mentre la fase industriale fattura, ogni anno, 14,5 miliardi.
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