Il Sudamerica deve affrontare le zanzare tigre che diffondono la febbre gialla, la dengue e il virus Zika; in Europa Centrale i vigneti sono attaccati dalla drosophila. I metodi convenzionali per combattere questi insetti stanno avendo sempre meno successo e, allora, i ricercatori del Fraunhofer Institute for Molecular Biology and Applied Ecology (IME), a Griessen, in Germania, stanno studiando sistemi biologici che non utilizzano sostanze tossiche da disperdere nell’ambiente.
Uno dei metodi che sembra essere maggiormente efficace è il SIT (sterile insect technique) che consiste nel rilasciare nell’ambiente una gran moltitudine di insetti maschi sterili, che causano un drastico calo nel ritmo riproduttivo della popolazione di infestanti, decimandoli. All’IME stanno perfezionando la tecnica per poterla applicare a più specie di insetti.
Il successo più importante ottenuto finora è stato con la drosophila (Drosophila suzukii), che proviene dal Sudest asiatico e che si sta diffondendo in tutto il mondo. Le femmine depongono le uova nella frutta quasi matura, quando i contadini non sono più autorizzati a spruzzare i pesticidi. Così l’insetto sfugge anche agli insetticidi più efficaci e non esistono altre tecniche per contenerne la diffusione. Nel 2014 la drosophila ha creato ingenti danni alla produzione di ciliegie, uva, lamponi e prugne in Europa Centrale. La calda e secca estate del 2015 ne ha un po’ limitato la diffusione, ma il 2016 sembra essere un anno favorevole alla moltiplicazione della drosophila.
Con il metodo sperimentato all’IME, le femmine che si accoppiano con i maschi sterili non producono larve, limitando il diffondersi della drosophila nell’ambiente. Ma c’è un importante caratteristica di questa tecnica di sterilizzazione: è reversibile. Se agli insetti viene somministrata della tetracyclina, questi riprendono il loro normale ciclo riproduttivo.
Il team di ricercatori sta ora provando a replicare il metodo con la zanzara tigre, portatrice di numerosi e pericolosi virus, come la dengue e la Zika.
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