In questi tempi difficili in cui si cerca di reprimere lo sviluppo della coscienza umana con la paura attraverso pandemie e guerre, anche il mondo animale viene tirato dentro in queste dinamiche malate.
Da sempre gli animali sono al fianco dell’uomo in queste sue scellerate battaglie (dai cavalli e dromedari da cavalcare, agli elefanti di Annibale, ai piccioni viaggiatori, ai muli degli alpini, ecc.). In tempi più recenti eravamo a conoscenza dei cetacei portatori di mine (per lo più delfini e beluga), dei leoni marini addestrati anch’essi a funzioni simili o dei cani cercatori di esplosivi.
Ora l’ultima frontiera di questo insano approccio al combattimento tra esseri umani, dove l’obiettivo è colpire il nemico senza neppure guardarlo in faccia, è la guerra miniaturizzata, in particolare la guerra entomologica, dove si pensa di utilizzare insetti-cyborg per azioni belliche.
Infatti quella che ai più sembrerebbe fantascienza è un avanzato progetto della Defence Advanced Research Projects Agency degli Stati Uniti, che ormai da alcuni anni sta testando degli ibridi composti da insetti e nano-tecnologia per utilizzare questi invertebrati come armi (portatori di micro cariche esplosive o di armi batteriologiche) o come droni da ricognizione, in grado di entrare praticamente ovunque.
Per questi esperimenti di stanno utilizzando varie specie, in particolare di coleotteri e imenotteri. Si è provato anche con le api, che però a quanto pare non ha dato i risultati sperati (grandi le api!).
E se l’impiego dei cetacei a uso militare è stato almeno ufficialmente abbandonato (ma in realtà probabilmente ancora continua) per le proteste animaliste, nessuno prende in considerazione la sofferenza degli insetti, animali così tanto diversi da noi, per morfologia e comportamento, da essere considerati dalla maggior parte delle persone quasi creature aliene e per questo forse ritenuti meno meritevoli di vivere.
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