Se vedi smarrito un capo di bestiame grosso o un capo di bestiame minuto di tuo fratello, non devi fingere di non averli scorti, ma avrai cura di ricondurli a tuo fratello. Se tuo fratello non abita vicino a te e non lo conosci, accoglierai l’animale in casa tua: rimarrà da te finché tuo fratello non ne faccia ricerca e allora glielo renderai. Lo stesso farai del suo asino, lo stesso della sua veste, lo stesso di ogni altro oggetto che tuo fratello abbia perduto e che tu trovi. Non fingerai di non averli scorti. Se vedi l’asino di tuo fratello o il suo bue caduto lungo la strada, non fingerai di non averli scorti, ma insieme con lui li farai rialzare.
Deuteronomio 22, 1-4
Se davvero sono connesso con la vita che mi circonda e valorizzo tutte le creature e il Creato, sarà immediata la sua difesa e la scomparsa di uno dei grandi mali che affligge questa nostra società: l’indifferenza. Inoltre, se prestiamo attenzione a vivere in simbiosi con la Natura, sarà inevitabile amare anche i nostri fratelli. Siamo tutti uniti.
Così, come ci suggerisce il Libro del Deuteronomio, se vedo l’animale di qualcuno ferito, in difficoltà, non potrò far finta di niente, ma troverò il modo di intervenire. Se trovo delle postazioni di caccia illegali e abusive nel bosco, le denuncio; se il cane del mio vicino è scappato, gli darò una mano per quello che mi sarà possibile, affinché possa ritrovarlo; se il mio vicino anziano ha bisogno di raccogliere mille foglie cadute di una stupenda quercia, lo aiuto, perché la quercia offre un servizio anche a me, pur essendo nel giardino del vicino.
Bisogna smetterla con il “fai finta di niente”. Se vivo in connessione autentica con il mondo, avrò rapporti autentici con il Creato e quindi anche con gli altri esseri umani.
Domanda: perché chi ha effettivi poteri decisionali dal punto di vista politico stenta a prendere questo tipo di strade? Questo dunque è il motivo per cui non si può sempre aspettare: iniziamo da noi.
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