Continuiamo il nostro avvicinamento all’appuntamento di H2R – Mobility for sustainability, nella piattaforma di Ecomondo, fiera internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile dal 3 al 6 novembre alla Fiera di Rimini.
Il tema dell’edizione 2015 di H2R individua nella mobilità sostenibile una linea guida prioritaria nella creazione di una società sorretta da un’economia sostenibile.
In questo scenario le motorizzazioni diesel giocano un ruolo controverso: da un lato i motori diesel consumano mediamente meno di quelli a benzina, di conseguenza emettono meno anidride carbonica CO2, che è un gas serra che contribuisce al surriscaldamento del pianeta; dall’altro emettono più particolato (il PM10) e più ossidi di azoto (NOx), potenzialmente responsabili di malattie respiratorie e cardiovascolari.
Le normative Euro 6 hanno stabilito limiti stringenti ai livelli di NOx e, per soddisfare questi parametri, le Case costruttrici hanno dotato i motori diesel di sistemi di post trattamento dei gas di scarico sempre più sofisticati.
La soluzione ibrida diesel-elettrico
La ricerca di soluzioni tecnologiche innovative per una mobilità più sostenibile non si ferma però ai filtri e altri “rimedi post combustione”, ma prende di petto il cuore del problema: se nei percorsi autostradali ed extraurbani, a velocità moderate e costanti, prevalgono i benefici della motorizzazione diesel ed è relativamente più facile controllarne le emissioni, nel ciclo urbano le cose si complicano. In condizioni di stop & go e di traffico congestionato, il motore è sottoposto al lavoro più gravoso, quello di far ripartire la macchina da ferma spostando una massa inerme, con un elevato dispendio di energia.
La soluzione è nelle motorizzazioni ibride diesel-elettrico, che mettono in sinergia il meglio dei due mondi: nel ciclo urbano, il motore elettrico garantisce emissioni zero, silenziosità, un ottimo spunto di coppia nelle ripartenze; una volta in viaggio, sulle lunghe percorrenze, si hanno l’autonomia e le prestazioni di un diesel “pulito” di ultima generazione.
Un modello di efficienza
Per rendere l’idea di quello di cui stiamo parlando, prendiamo in considerazione il motore HYbrid4, full-hybrid Diesel del Gruppo Psa. L’associazione tra un motore Diesel 2.0 HDi FAP® da 163 CV e un motore elettrico da 37 CV consente di muoversi con zero emissioni e zero consumi o di scaricare al suolo una potenza complessiva di ben 200 CV. Il motore termico sulla trazione anteriore e quello elettrico associato alle ruote posteriori funzionano in modo alternato o insieme, in maniera non percepibile dall’utilizzatore. E la sobrietà dei consumi è assicurata, con i risultati migliori ottenibili in termini pratici nell’abbattimento dei consumi e delle emissioni inquinanti.
In più, il motore HYbrid4 è dotato di sistema Stop&Start, parte cioè sempre in modalità elettrica, perché è proprio in fase di accelerazione da fermo che il veicolo ha bisogno del maggior impiego di energia e, quindi, consuma di più. Utilizza, inoltre, il rivoluzionario alternatore reversibile, sviluppato dal Gruppo Psa che, oltre a non creare stress al motorino d’avviamento, rende praticamente inavvertibile la riaccensione ogni qualvolta entra in funzione lo Stop&Start.
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