Durante la settimana del riciclo, il colosso della moda low price H&M punta a raccogliere oltre mille tonnellate di indumenti usati. Tuttavia, solo l’1% di questi potranno essere trasformati in fibre riciclate e venire effettivamente riutilizzati per la produzione di nuovi capi.
“Tutto questo non viene però comunicato ai consumatori – spiega Greenpeace – i quali, portando gli abiti dismessi nei negozi sono incentivanti a un nuovo acquisto. La soluzione migliore per evitare che ogni anno tonnellate di indumenti finiscano tra i rifiuti è quello di ridurre il numero di capi comperati. Ogni singola t-shirt, infatti, ha un costo elevato e solo negli ultimi tempi i consumatori hanno iniziato a rendersi conto di cosa questi comporti, sia in termini di risorse ambientali, che di sfruttamento dei lavoratori. Per promuovere una scelta davvero sostenibile, H&M potrebbe incentivare servizi di riparazione per i propri capi”.
I numeri
Secondo Greenpeace, nel 2015, H&M ha venduto oltre 1,3 milioni di capi d’abbigliamento contenenti materiale riciclato. Tuttavia, la quantità di fibre effettivamente rigenerate non superava le 130 tonnellate: una quantità piccolissima rispetto a quanto raccolto.
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