Lo scorso weekend si è ufficialmente riaperta la stagione della caccia; tuttavia, già nelle scorse settimane le doppiette erano tornate a sparare, dal momento che alcune Regioni avevano concesso l’autorizzazione alla preapertura della stagione venatoria.
«Ma molte di queste preaperture deliberate dalle Regioni italiane sono state considerate illegittime e sono state bloccate dai ricorsi ai Tribunali amministrativi regionali» precisa il WWF.
Un patrimonio da proteggere
La fauna selvatica è considerata “Patrimonio indisponibile dello Stato” e tutelarla è nell’interesse di tutti. «Per questo auspichiamo che il Parlamento si impegni al più presto affinché si possano approvare presto nuove e più rigorose leggi per la tutela della fauna selvatica e che possano riportare in tutte le Regioni italiane la caccia perlomeno a livelli sostenibili e nel solco della legalità» aggiunge l’associazione del Panda.
Cosa è accaduto nelle regioni
- Lombardia
Il WWF considera la Lombardia «Regione da bollino rosso»: secondo l’associazione, la Regione ha deliberato di nuovo la cattura dei piccoli uccelli migratori a fini di impiego come richiami vivi, nonostante le ormai decine di condanne degli anni passati dai giudici italiani ed europei.
Numerose associazioni hanno fatto ricorso al TAR della Lombardia e sono in attesa dell’udienza. Nel frattempo, il prossimo 21 settembre a Milano è stato organizzano un presidio contro la “deregulation venatoria”.
- Calabria
Secondo il WWF, la Calabria ha deliberato una delle peggiori e più lunghe stagioni di caccia in Italia «Ma è arrivato un risultato positivo dal TAR che ha sospeso la caccia al moriglione e alla pavoncella, come richiesto dall’Unione europea lo scorso maggio e ribadito anche dal Ministro dell’Ambiente».
- Marche
Nelle Marche, la delibera sull’avvio anticipato della caccia al primo settembre è stata bloccata dal TAR regionale su ricorso delle Associazioni.
«Tuttavia la Regione, disattendendo clamorosamente l’ordine del giudice, ha approvato una nuova apertura regalando ai cacciatori altre giornate di caccia, con migliaia di animali uccisi illegalmente».
La decisione ha fatto scattare un nuovo ricorso e il Tribunale Amministrativo Regionale ha accolto le motivazioni delle associazioni.
- Abruzzo
Anche in Abruzzo è stata proposta una modifica al calendario che – tuttavia – non è stata approvata per tempo.
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