Il 76% degli italiani non trova giusto che sia praticata la caccia nel nostro Paese. È uno dei tanti dati contenuti nel sondaggio commissionato dal WWF Italia e nel Report “Caccia e tutela della fauna selvatica” che analizza gli effetti della Legge 157/1992 a 30 anni dalla sua approvazione.
Il WWF Italia compie un’analisi approfondita della Legge quadro sulla caccia e sulla tutela della fauna selvatica a 30 anni dall’approvazione.
Poca conoscenza delle norme sulla caccia
Secondo il sondaggio, realizzato da EMG Different, la caccia si presenta come argomento fortemente polarizzante. Il sentimento che prevale tra gli italiani sembra essere nettamente contrario a questa attività, specie in considerazione dei suoi aspetti più crudeli e senza controllo.
Nel complesso permane una mancata conoscenza di alcuni elementi che afferiscono all’attività venatoria come, per esempio, il diritto da parte dei cacciatori di entrare nelle proprietà private durante la caccia anche senza il consenso del proprietario (solo il 36% ne era a conoscenza), o la qualificazione della fauna selvatica (anche di quella cacciabile) come patrimonio comune dello Stato e quindi di tutti gli italiani (ben il 44% degli italiani ne è all’oscuro).
Il report WWF “Caccia e tutela della fauna selvatica. La legge 157/1992 a trent’anni dalla sua approvazione” (scarica qui il report) documenta come la legge sia stata sin da subito tradita da chi avrebbe dovuto applicarla, le Regioni innanzi tutto. Dal Report non solo emergono i forti limiti di applicazione, ma anche l’esigenza di fare un passo avanti nella tutela di tutta la fauna selvatica, anche quella considerata “minore”, attraverso maggiori limitazioni, controlli e sanzioni più aspre.
Una storia controversa lunga 30 anni
La Legge n. 157 dell’11 febbraio 1992 nasce dopo il referendum sull’abolizione della caccia e risponde solo parzialmente agli standard internazionali di tutela della biodiversità introdotti con la Direttiva Uccelli del 1979 e con la Convenzione di Berna sulla vita selvatica e l’ambiente naturale.
Con la sua entrata in vigore sono state introdotte importanti innovazioni rispetto alla precedente normativa, tra cui la riduzione delle specie cacciabili da 68 a 59 (poi ulteriormente diminuite), la durata della stagione di caccia da circa 8 a 5 mesi, la fine del cosiddetto “nomadismo venatorio”, legando i cacciatori a uno specifico territorio, sanzioni penali contro chi pratica la caccia illegale. Queste innovazioni, però, si sono dimostrate, in molti casi, insufficienti. Le Regioni hanno cercato di introdurre varie deroghe alla normativa nazionale.
SEMPRE INFORMATI!
Per rimanere aggiornato su tutte le news sulla Natura, selezionate dalla nostra redazione, iscriviti alla newsletter di rivistanatura.com
Basta inserire l’indirizzo e-mail nell’apposito modulo qui sotto, accettare la Privacy Policy e cliccare sul bottone “Iscriviti”. Riceverai così sulla tua mail, due volte alla settimana, le migliori notizie di Natura! È gratis e ti puoi disiscrivere in qualsiasi momento, senza impegno
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com