Come lo scorso anno, sono diverse le Regioni che hanno consentito l’apertura anticipata della stagione di caccia.
L’accelerata al calendario venatorio sembra ormai essere diventata una costante, con seri rischi per la sopravvivenza delle specie che – nel periodo di transizione tra l’estate e l’autunno – si trovano in una fase particolarmente delicata.
Chi ha detto sì all’apertura anticipata
Il prelievo venatorio è regolamentato dalla Legge nazionale n. 157/1992; le Regioni possono autorizzare l’apertura anticipata della stagione di caccia in alcune e particolari circostanze che – tuttavia – devono sempre ottenere il benestare dell’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.
Sempre la Legge 157/1992 stabilisce che il calendario venatorio debba essere pubblicato dalle Regioni entro il 15 giugno.
«Ma molte Regioni pubblicano i calendari venatori sempre più tardi. Per esempio, l’Abruzzo ha deliberato il 14 agosto e la Toscana, addirittura, che ha approvato la preapertura al primo settembre, ha reso noto il calendario solamente il 27 agosto» spiega il WWF, che si è detto pronto a dare battaglia contro la caccia anticipata.
Pronti a fare ricorso
L’associazione del Panda è decisa a portare la controversia nelle aule di tribunale. «Abbiamo già avviato diversi ricorsi, due dei quali hanno già avuto esito positivo: tra il 27 e il 28 agosto i Tribunali amministrativi di Abruzzo e Marche, con un decreto cautelare urgente, hanno bloccato le preaperture ritenendo che, nel bilanciamento dei diversi interessi, appare prevalente l’interesse pubblico generale alla conservazione della fauna selvatica, per cui deve disporsi la sospensione interinale degli atti impugnati. Molti giorni di caccia in meno e migliaia e migliaia di animali salvati».
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