Se ci pensate bene, in genere si parla del valore di un albero solo in relazione al suo interesse commerciale, ad esempio, del legname ricavabile dal taglio di una foresta. In realtà questa stima è ben lontana dal “valore ecologico” di un componente importantissimo dell’ecosistema, qual è appunto l’albero.
Recentemente l’Associazione Florovivaisti Bresciani e la Società Italiana di Arboricoltura – Onlus hanno presentato un esposto alla Corte dei Conti invocando il danno ambientale perpetrato da volontari “arruolati” da un’amministrazione pubblica che, nell’intento maldestro di risparmiare, ha consentito un intervento di vera e propria capitozzatura su numerosi esemplari.
Il Comune ha dichiarato pubblicamente di avere fatto ricorso a tale soluzione per risparmiare i 55.000 euro di costo stimato dell’intervento da parte di un soggetto esperto del settore; ma tre perizie agronomiche hanno dimostrato come invece l’imperizia della manodopera abbia procurato danni al verde pubblico per circa 1400 euro ad albero, per un totale stimato sino a 240.000 euro, tenendo conto di tutti gli esemplari menomati.
Come si è giunti a stimare il danno? Semplice, tenendo conto del valore ecosistemico delle piante, ossia dei numero servizi che ciascun albero eroga alla collettività sotto il profilo ambientale: drenaggio, stabilizzazione del suolo, depurazione delle acque superficiali, assorbimento di polveri, riduzione della temperatura, assorbimento di CO2 e gas climalteranti, riduzione degli inquinanti chimici, riduzione dell’ozono troposferico, valore ornamentale e paesaggistico, incremento di valore degli immobili circostanti, disponibilità di fibre, fruttificazione, supporto per la fauna selvatica, supporto per gli insetti impollinatori, valore ludico-ricreativo.
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