Il rotolio dei sassi sul fondale, il rumore dei morsi di piccoli pesci, la voce di una balena grigia. Sono i soundscape di Wave, album realizzato a partire da un database di suoni subacquei e dai suoni registrati a 12 metri di profondità ai piedi della ex piattaforma offshore Porto Petroli, al largo del porto di Genova, popolata da una straordinaria biodiversità sottomarina.
Prodotto dalla factory Stellare, un collettivo di musicisti e producers affermati nel panorama nazionale, il disco ha preso forma in due suggestivi studi costruiti appositamente presso il Galata Museo del Mare e l’Acquario di Genova nell’ambito del festival Zones Portuaires.
I suoni dell’Isola antistante Multedo
L’indagine sonora subacquea è nata nell’ambito del progetto Upside Down into the Port, sviluppato da U-BOOT Lab, un docu-film che indaga l’infrastruttura portuale, ribattezzata “Isola” dall’immaginario collettivo del quartiere antistante di Multedo, e ne svela storia e vita subacquea al fine di innescare nuove riflessioni sulle possibilità di riuso delle archeologie industriali portuali. Immergendosi gradualmente, il video svela la presenza di un ecosistema sottomarino inaspettato, in cui micro e macro organismi planctonici, bentonici e nectonici popolano di biodiversità la struttura portante metallica della piattaforma.
I suoni in superficie lasciano spazio a quelli sommersi, non udibili all’orecchio umano, registrati in loco e ri-campionati in una partitura sonora.
Nell’album è confluita dunque una nuova geografia uditiva, dove ci sono i synth liquidi e densi, le chitarre e poi la viola, il sax, il pianoforte. Le percussioni diventano quelle di grucce e colonne di metallo percosse dell’Acquario di Genova e la voce di una Balena Grigia di Monterey Bay si trasforma in un mantrico arpeggio al pianoforte. In un viaggio che parte dalla Costa Ligure e dai suoi suoni più profondi fino ad immergersi nell’immaginario.
Ascolta il brano “From the depth” dell’Album Wave
Come racconta Federico Dragogna, che ha preso parte a Wave insieme ad Ale Bavo, FiloQ, Raffaele Rebaudengo, Moritz Schuster, Francesco Bacci aka Lowtopic, Guido Affini e Alberto Bof: «Quello che abbiamo fatto è stato ascoltare il mare, cercare umilmente di sentirne la voce, amplificarla e unirla alle nostre voci di terra. Musica, insomma, ma scritta e suonata guardando, invece che al mercato, all’orizzonte».