di Sara Parigi, volontaria di Worldrise
Le stelle marine fanno parte della classe Asteroidea e sono un sottogruppo degli echinodermi, a cui appartengono anche ricci e cetrioli di mare. Il corpo di questi organismi presenta una simmetria pentaraggiata: è infatti diviso in cinque parti uguali, disposte in maniera concentrica intorno all’asse centrale dell’animale. Le singole unità sono chiamate braccia e, in alcune specie, possono essere anche più di cinque; sul lato inferiore di ciascun braccio sono presenti delle piccole ventose, chiamate pedicelli, che servono alle stelle per ancorarsi al fondale e per muoversi. Nell’animale si possono distinguere due lati: quello orale, dove si trova la bocca, e quello aborale, rivolto verso la superficie.
La maggior parte delle stelle marine è carnivora e la loro dieta è composta principalmente da invertebrati. Lo stomaco è spesso estroflessibile: la preda viene inglobata in esso e digerita quindi all’esterno in succhi che vengono poi assimilati dall’animale.
Esistono circa 2000 specie di asteroidei nel mondo, presenti sia in regioni tropicali che nelle fredde acque polari. Vivono sia su substrati rocciosi che sabbiosi, da pochi centimetri a centinaia di metri di profondità. Nel Mar Mediterraneo sono comunemente presenti 11 specie, con caratteristiche e distribuzioni diverse. La più spettacolare è sicuramente la stella marina rossa (Echinaster sepositus), presente in tutto il bacino, fino a 200 metri di profondità, in acque con temperatura inferiore ai 22 °C. Altre specie che si incontrano facilmente vicino alle coste presentano colorazioni che vanno dal bruno all’arancio e possono possedere o meno piccole protuberanze sulla superficie del corpo.
Negli ultimi anni, l’intensificazione e l’aumento della durata delle ondate di calore marino dovute al cambiamento climatico potrebbero compromettere l’esistenza di questo importante predatore, che svolge una funzione chiave all’interno degli ecosistemi. L’aumento delle temperature, infatti, causa la proliferazione delle specie batteriche e fa diminuire la solubilità dell’ossigeno in acqua, causando ipossia.
Worldrise, attraverso la Campagna 30X30 Italia, mira a proteggere almeno il 30% dei mari italiani entro il 2030, impegnandosi in prima linea per la tutela di questi e di altri meravigliosi abitanti del profondo blu: la soluzione attraverso la quale raggiungere questo importante obiettivo è l’istituzione di Aree Marine Protette, zone a basso impatto antropico che forniscono rifugio alla fauna e alla flora, in cui il mare può tornare in salute.
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