In un futuro molto prossimo l’uomo potrebbe viaggiare su Marte. Per ora, sul Pianeta Rosso ci stanno andando gli animali. Ibernati in una specie di capsula, che è stata soprannominata ibernacolo dagli scienziati stessi, sono già stati mandati in orbita un topo e un maiale.
A rendere noto il progetto che, come intuibile, ha già diviso l’opinione pubblica e fatto discutere, è Matteo Cerri, incaricato dell’Agenzia spaziale europea e che – in un’intervista rilasciata negli scorsi giorni – ha fornito i dettagli dell’operazione. “L’esperimento sul ratto è andato bene e presto un mio dottorando lo ha riproposto negli Stai Uniti con una tecnica diversa”.
Cerri ha spiegato, inoltre, che l’ibernazione offre innumerevoli vantaggio in vista di un eventuale viaggio dell’uomo su Marte. Il viaggio dura complessivamente 18 mesi, 9 di andata e altrettanti di ritorno, e venire ibernati consentirebbe di portare minori provviste di cibo, abbattendo i costi.
Inoltre, condividere per così a lungo spazi minuscoli potrebbe far sorgere qualche litigio tra i partecipanti al viaggio interstellare. E poi c’è il problema delle radiazioni: corpi ibernati, infatti, sviluppano una forte radio resistenza.
Duro il commento della Lav
Il commento della Lega anti vivisezione alla pratica non si è fatto attendere. “L’approccio metodologico alla sperimentazione sugli animali per fini umani è ottocentesco e fuorviante – ha detto Michela Kuan, responsabile Lav dell’area ricerca senza animali -. L’anatomia e la fisiologia del maiale sono differenti dalla nostra specie, parametri come il diverso spessore cutaneo, rapporto tra massa grassa e magra, frequenza del battito cardiaco e distanza degli arti dal cuore rendono i risultati inapplicabili all’uomo. A ciò si va aggiunto che il tessuto muscolare e quello scheletrico differiscono tra le specie per formazione e degenerazione ossea, picco della massa ossea ed entità della risposta infiammatoria ed immunitaria, rendendo qualsiasi risultato non attendibile se applicato a specie diverse da quelle oggetto di sperimentazione. Sono passati molti anni ma, a giudicare da quel che ancora succede nel mondo della sperimentazione, i tempi della povera cagnolina Laika non sembrano poi così lontani”.
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