Quando si installa un nido artificiale, senza volerlo, si avvantaggiano alcuni predatori golosi di uova e nidiacei. Questi animali possono essere alati, a quattro zampe oppure striscianti, come i serpenti.
Gli ultimi, in particolare, vantano caratteristiche di movimento e voracità che li rendono dei famelici predatori capaci di sfruttare al meglio innumerevoli condizioni ambientali pur di riuscire a saccheggiare un nido. Spostarsi strisciando è indubbiamente un importante vantaggio fisico, che diventa ancor più vincente quando l’animale dimostra anche abilità arboricole. Il biacco (Hierophis viridiflavus) e la natrice (Natrix natrix), per esempio, sono voraci predatori di nidiacei, ma non sono abili nell’arrampicarsi sugli alberi e, così, non riescono a saccheggiare i nidi artificiali se sono posti a oltre tre metri di altezza.
Due specie di serpenti che invece hanno ottime capacità arboricole sono il saettone (Zamenis longissimus) e il cervone (Elaphe quatuorlineata): riescono a intrufolarsi nei nidi di molti passeriformi e spazzolare in un colpo solo uova e nidiacei. Per dissuadere i picchi, anch’essi predatori di nidiacei, possiamo collocare delle placche metalliche intorno al foro d’ingresso del nido cosicché l’uccello non possa allargarlo a colpi di becco; per tenere alla larga le martore (nella foto), invece, si possono adottare delle doppie entrate che ne impediscano l’accesso dal punto di vista fisico (come nel celebre nido a tunnel per le civette).
Al contrario, i dissuasori per serpenti non sono ancora stati inventati, forse perché si sottovaluta il problema. Grazie a uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica inglese Ibis – che ha analizzato i casi di predazione da parte dei serpenti nei nidi di cinciallegra e cinciarella nella regione Lazio – si è scoperto, però, che si tratta di un fenomeno spesso sottostimato perché non lascia tracce: dopo le scorribande di un serpente è come se nel nido non fossero mai esistiti né i nidiacei, né le uova.
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