Il Blogger Contest, giunto alla sua 6a edizione, è organizzato da altitudini.it, il webmagazine che racconta e discute di montagna e alpinismo. Si tratta di un confronto nazionale fra blogger, che si sono cimentati con un tema che ruota attorno alla montagna: “Liberi di sbagliare”, tratto dal celebre racconto Ferro di Primo Levi, in cui l’autore descrive l’esperienza vissuta in montagna con Sandro Delmastro con l’allegoria di “mangiare la carne dell’orso”.
La 6a edizione del Blogger Contest si è conclusa con l’esame delle 27 unità multimediali finaliste, tra le 60 ammesse, da parte della giuria di premiazione composta da Sandro Campani (scrittore e camminatore), Ida Harm (artista, pittrice e fotografa), Fabio Palma (alpinista), Silvia Boschero (giornalista e conduttrice radiofonica ) e Lea Nocera (autrice radiofonica e blogger).
C’è una tensione che accomuna i racconti premiati e altri molto belli fra quelli pervenuti. Una tensione che scaturisce dalla messa in gioco di se stessi, nella Natura: la necessità di fidarsi dell’incerto, di accollarsi responsabilità a cui si teme di non poter far fronte, ma che pure non si possono evitare; e allora è come se qualcosa di cui non sospettavamo la presenza in noi, venisse in soccorso; uno sguardo di un altro livello, lucido, rarefatto, ghiacciato, forse incosciente. Non si tratta semplicemente di avventura: si arriva a un punto in cui, sospesi, ci si specchia nei propri limiti, ci si soppesa, e ci si trova mancanti, e ciononostante si trovano le forze per passare oltre. E quando il pericolo è scampato, ci accorgiamo che siamo stati più consapevoli di quanto avessimo creduto: ecco il “sapore della carne dell’orso”.
La giuria ha applicato quattro criteri di giudizio – coerenza al tema del concorso; qualità del testo o dell’audiostoria; qualità delle immagini; qualità del blog personale – e ha decretato i vincitori.
Per la sezione unità multimediale “racconto breve”
Primo posto: Eva Toschi / Sopravvivenza
In Sopravvivenza, di Eva Toschi, la carne dell’orso si manifesta, ineluttabile, e “sa di fame, freddo e sonno”. “La cosa che più ti rovina il cervello è che adesso quello ti sazia”: ti rendi conto della gravità delle tue azioni, scrive Eva Toschi, e vai avanti finché il tuo corpo si blocca, e decide da solo; e proprio quello ti salva: che il tuo corpo decida da solo. L’irresponsabilità e la responsabilità che giocano una posta alta sulla tua testa, mentre non puoi altro che starle a guardare; alla fine, la consapevolezza di poter contare soltanto su te stessa proprio nel momento in cui ti rendi conto che di te stessa non ti puoi fidare; ti puoi soltanto buttare, ed è quello che fai. Il tutto tenuto con uno stile personale e grande tensione, intrecciando sapientemente il dato fisico della fatica in montagna con quello esistenziale: la messa in gioco del proprio animo, senza sconti prima di tutto per chi narra.
Eva Toschi è stata premiata da Suunto e Rifugio Lagazuoi.
Secondo posto: Marco Battistutta / White out
Marco Battistutta, con White ou”, costruisce una narrazione in cui la suspense sembra nascere dal rispetto per la propria stessa paura, e la propria incoscienza; c’è il ritmo, e c’è una cura scrupolosa per le parole: nella descrizione degli agenti atmosferici, e nella descrizione dell’ambiente che circonda il narratore, persino quando questo ambiente diventa nulla, diventa bianco. Dall’ambiente generano le sensazioni: un movimento dal fuori al dentro – non l’emozione del narratore che si riversa sull’ambiente esterno e pretende di dipingerlo dei propri toni. Per questo lo sguardo, dal particolare, dalla difficoltà del momento vissuto, si allarga e riesce a diventare universale: quasi come se da quel bianco della nebbia, perso ogni punto di riferimento, si potesse abbracciare l’intera condizione umana. Un episodio particolare diventa un punto da cui guardare l’esistenza: questa è una caratteristica dei buoni racconti.
Marco Battistutta è stato premiato da Karpos, Aku e Camp.
Terzo posto: Saverio D’Eredità / due solitudini
“Non c’era nessun piacere, né alcun ritorno. (…) Due solitudini che si ritrovavano ad ogni sosta.” In Due solitudini, di Saverio d’Eredità, la montagna diventa teatro: le azioni umane e i loro motivi, le paure recondite, la fiducia dell’uno nell’altro, l’abbandono dell’uno nell’altro; sapendo che, per quanto l’amicizia ci leghi, e nonostante tutti i nostri sforzi, di fronte a certe sfide restiamo solitudini: e allora occorre fidarsi, e abbandonarsi. Il racconto, seppure scandito dal ritmo teso della natura, è un saggio di introspezione psicologica. Un duello con se stessi, prima che con l’altro, o con la montagna. E, come si addice ad ogni buon duello, il ritmo è preciso, contato, teso.
Saverio D’Eredità è stato premiato da Camp, Salewa e Devold.
Per la sezione unità multimediale “audiostorie”
Primo posto: Gianluca Stazi / La volta armata
L’audiostoria di Gianluca Stazi si caratterizza per un’elevata qualità compositiva, originalità e raffinatezza registica. È accompagnata da fotografie di buona qualità, che hanno un’importante coerenza narrativa e valore documentale. Inoltre, il sito di riferimento dell’autore propone in modo chiaro numerosi contenuti di diverso tipo e formato ed è aggiornato regolarmente. Per quanto riguarda le caratteristiche specifiche dell’audiostoria: “La volta armata” (Il racconto dell’occupazione della miniera di San Giovanni a Iglesias) presenta un intreccio del racconto in cui il dialogo tra interviste, materiale di repertorio, suoni d’ambiente e musica è realizzato con grande maestria ed equilibrio, senza stonature. La qualità estetica rispetta inoltre la linea narrativa e la forza del racconto in cui il tema del contest “Liberi di sbagliare” è sviluppato in modo coerente.
Gianluca Stazi è stato premiato da Palaronda trek, Salewa e Devold.
Premi e premiati
Oltre ai quattro vincitori, sono stati assegnati altri riconoscimenti, con un ricco corredo di materiali e soggiorni offerti dalle aziende sponsor: AKU, Suunto, Camp e molte altre.
La Rivista della Natura è tra i media partner del Blogger Contest 2017.
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