Non che il castagnaccio versione beta non sia buono, ma se anche a voi il freddo fa venire voglia di calduccio, caminetto, coccole e cioccolato questa versione è raccomandata. Vogliamo fare quelli al passo con i tempi? Quelli che mettono #condisinvoltura e non come me che c’ho messo un quarto d’ora prima di riuscirci? Ecco allora questo castagnaccio lo possiamo chiamare un #comfortfood.
È veramente facile da fare.
Iniziamo.
Il mio castagnaccio
Ingredienti
200 gr di farina di castagne
50 gr di cacao amaro
30 gr di mandorle tritate….anzi pinoli, scusate non li avevo e ho messo le mandorle!
50 grdi uvetta (facciamola prima rinvenire in acqua tiepida così che leviamo anche un po’ dell’ olio che ci mettono sempre)
300 ml di latte di soia (o acqua)
3 cucchiai di olio di oliva o di girasole
1 cucchiaio di miele (facoltativo)
1 rametto di rosmarino sminuzzato
1 rametto di lavanda
1 pizzico di sale
Preparazione
Unire gli ingredienti secchi setacciando la farina così da minimizzare il rischio di grumi. Aggiungere mescolando i liquidi. Amalgamare bene il tutto e mettere in una teglia larga abbastanza da consentire la formazione di uno strato di un cm circa. Infornare a 200° per 40 minuti. Come sempre ricordiamoci che ogni forno è diverso pertanto se avete un forno ventilato potrebbe volerci meno. Diciamo per semplicità che quando la superfice sembra una crosta terrestre arsa, bene: è pronto.
Breve digressione sulla lavanda che naturalmente se non avete potete omettere. Lavanda e cioccolato insieme sono un mix sublime. L’ho scoperto mangiando un cioccolatino belga.
Dato che amo la lavanda, perchè è una bellissima pianta rustica mediterranea, ne ho messe molte piante in giardino. Finita la fioritura ne raccolgo le capsule dei semi (si, i fiori non ho cuore di sacrificarli, aspetto che resti la spiga con le capsule cicciotte e utilizzo quelle) e le utilizzo come profumabiancheria o, appunto, in cucina. Ho visto in un negozio di Roma una piccola confezione di fiori di lavanda provenzale a 6 euro. La cosa mi ha fatto ridere, con questa logica io in giardino ho un patrimonio. Se avete modo e ancora non avete questa pianta ve la consiglio. È semplice non farla morire, rustica, versatile e nei dolci da una nota particolare e raffinata. Ma torniamo al nostro dolce. L’ultima volta che l’ho fatto ho utilizzato una teglia troppo grande, lo strato del composto era molto sottile e ha cotto troppo. Il risultato è stato comunque eccezionale perché tagliando a quadratini il dolce, ho ricavato dei biscotti belli croccanti. Se provate la versione “biscotto” vi consiglio di fare dose doppia e mantene in un barattolo di vetro i biscotti, avrete per varie mattine una colazione davvero squisita e super energetica.
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