Appena approvato dal consiglio dei ministri, il “decreto clima” ha ricevuto forti critiche da chi si aspettava di trovarvi confermati gli annunciati tagli ai sussidi dannosi per l’ambiente. Stiamo parlando di una giungla di provvedimenti che valgono decine di miliardi e investono tutti i maggiori comparti, dall’energia all’agricoltura.
Il governo si è difeso annunciando che la revisione dei contributi non in linea con l’obiettivo di decarbonizzare la nostra economia e contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici avverrà nella Legge di Bilancio 2020.
Intanto si scopre che nella manovra economica per il prossimo anno non trova più spazio il Bonus Verde. Questo provvedimento, ottenuto con difficoltà nel 2018 e rinnovato per il 2019, permette ai cittadini di riqualificare gli spazi verdi privati usufruendo di una detrazione fiscale del 36%.
Non è molto, difatti i promotori dell’agevolazione da tempo lavorano per convincere il governo che è necessario arrivare almeno al 50%.
Secondo molti studiosi, la messa a dimora di nuovi alberi è tra gli strumenti più efficaci per contrastare l’aumento delle temperature in città e della CO2, per di più a basso costo rispetto ad altre misure strutturali. «Escludere il Bonus Verde dalle agevolazioni sarebbe un grave errore per l’ambiente», spiega Assofloro, una delle associazioni che più si è battuta per ottenere la detrazione, «così facendo si rinuncia a uno strumento importante per stimolare i cittadini a piantare alberi».