Nella fitta e ostile giungla del Gabon, l’incontro con i mitici mandrilli, un faccia a faccia emozionante in uno dei luoghi più intatti del Pianeta…
di Simone Sbaraglia e Francesca Bongarzoni
Le onde dell’Oceano Atlantico si frangono sulla spiaggia bianca contornata di palme. A prima vista, potrebbe trattarsi di uno scenario tropicale come altri, ma qualcosa lo rende speciale.
Qui può accadere di vedere surfare tra le onde gli ippopotami o di scorgere elefanti, leopardi e gorilla passeggiare indisturbati sul bagnasciuga alla ricerca di cibo, mentre alle spalle della spiaggia, una sterminata foresta equatoriale dà rifugio a moltissime specie ormai altrove minacciate o estinte.
Siamo in Gabon, Stato dell’Africa centro-occidentale tra i più sviluppati del continente nero, sia dal punto di vista economico, sia sociale. Un paese che ospita le ultime meraviglie naturali ancora esistenti sul Pianeta.
A differenza di altri paesi africani, il Gabon sta attuando una politica di sfruttamento sostenibile delle sue immense risorse forestali, che ricoprono circa l’85 per cento della superficie del paese e nelle quali il 20 per cento della flora presente non si trova in nessun altro luogo del pianeta.
Una giungla ostile
Il mio viaggio si svolge nel parco di Lekedi, a sud est del Gabon, dove si estende una giungla fittissima e quasi impenetrabile.
Per una settimana ho camminato, insieme alle mie guide, nella folta vegetazione per cercare di fotografare i mandrilli, le grandi scimmie dai coloratissimi musi.
Le condizioni ambientali sono molto difficili, si procede molto lentamente, il fango arriva alle ginocchia e ad ogni passo bisogna farsi strada con il machete.
L’umidità è ai massimi livelli e il caldo si fa sentire: è come stare perennemente immersi in un bagno turco. Sciami di insetti e zanzare si infilano sotto ai vestiti e invadono tutta l’attrezzatura, che va continuamente asciugata e ripulita.
Predominano le difficoltà ambientali, tuttavia la sensazione è quella di essere avvolto in un ecosistema integro. In questi luoghi impervi il turismo quasi non esiste, le condizioni proibitive non facilitano la presenza dell’uomo e la natura rimane incontaminata.
Come mi è già capitato in questo tipo di giungla ogni tanto ci fermiamo per dissetarci e bere il succo della “liana ad acqua”. Se ne taglia un grosso ramo e ne fuoriesce una quantità di acqua tale che potremmo fare tutti una doccia.
L’acqua è fresca e cristallina e ci permette di avere un minimo di ristoro per riprendere così il nostro cammino alla ricerca dei mandrilli.
Queste scimmie vivono soltanto nella foresta pluviale dell’Africa Equatoriale, sono abbastanza timide e solitarie e avvicinarle non sarà facile.
A mano a mano che procediamo attraversando la giungla con tutte le difficoltà possibili, cercando soprattutto di non perderci, ne incontriamo alcuni esemplari, ma non riusciamo ad entrare in confidenza con loro.
Non sono abituati alla presenza dell’uomo e sono totalmente immersi nel loro habitat, che qui si presenta ancora integro. Fa un certo effetto pensare che, nonostante in Gabon queste scimmie rientrino fra le specie protette, ogni anno un elevato numero cada vittima della caccia illegale a causa della sua carne, considerata cibo prelibato.
Una maschera di colori
Finalmente, dopo ore di cammino nella vegetazione, riesco ad avvicinare un individuo maschio: lo riconosco subito per via dei colori del muso e di quelli del pelo che ricopre il suo posteriore. I mandrilli sono probabilmente i mammiferi più colorati al mondo. Un vero spettacolo della natura. Il loro nome significa letteralmente uomo scimmia (dall’inglese man e drillo), anche se non esistono spiegazioni convincenti per questa associazione di idee.
La pelle del muso dei maschi presenta forti tonalità di rosso e di blu, con tutte le sfumature intermedie possibili. Il manto peloso che ricopre il posteriore ha le stesse tonalità. Colori che si accendono e diventano ancora più brillanti quando l’animale è eccitato.
Inizio a scattare, una foto dopo l’altra, cercando di cogliere quello che sta dietro questa straordinaria maschera che pare disegnata. Voglio capire come vivono, le loro abitudini.
I mandrilli sono primati onnivori, si cibano di frutti e radici, ma anche di piccoli animali come insetti, rettili e anfibi. Al pari di altre scimmie, sono soliti conservare piccole riserve di cibo all’interno delle guance. Passano quasi tutta la loro giornata a terra, in cerca di qualcosa da mangiare, si muovono di continuo e abbastanza velocemente nel fitto della giungla, ma amano passare la notte tra gli alberi, su cui si arrampicano per cercare un giaciglio confortevole.
(Continua… Non perdere la seconda parte del reportage: “Vita nell’harem dei mandrilli”)