Il violento nubifragio che ha colpito Milano e il suo hinterland, causando, tra le altre cose, la caduta di centinaia di alberi, ha sollevato molti allarmi.
L’Associazione Arboricoltori – che raggruppa i maggiori professionisti certificati che operano nel settore dell’Arboricoltura in ambiente urbano – ha ritenuto doveroso esprimere il proprio commento sulle tante, anche troppe, dichiarazioni fatte spesso fuori luogo sui pericoli che un evento meteorologico estremo può causare alla cittadinanza, ed essere propositiva per scongiurare nuovi eventi del genere, ma anche per evitare la cattiva informazione che ne deriva.
«Partiamo dagli alberi, che sono sempre una risorsa e mai una minaccia – dice l’Associazione in un comunicato –. Sappiamo anche che, per ridurre i danni che gli alberi possono fare in ambiente urbano, bisogna migliorarne la cura e la gestione in chiave professionale. Possono farlo i professionisti del settore, ovvero gli Arboricoltori Certificati – ETW (European Tree Worker) – in concerto con tecnici valutatori di stabilità.
Paesaggisti e architetti non possono essere le prime e a volte le sole figure interpellate in valutazioni di tale portata, la cui competenza è importante nella valorizzazione estetica dei luoghi dove la presenza arborea è importante, ma, a monte bisogna guardare agli alberi come presidi sanitari ed elementi di mitigazione dei cambiamenti climatici».
Valutare la portata funzionale, ancor prima che estetica, degli alberi
«C’è un aspetto tecnico degli alberi che va lasciato alle competenze degli arboricoltori. Come A.A. possiamo affermare che la città di Milano, dopo la notte del 24 luglio scorso, avrebbe fatto una conta degli alberi caduti meno disastrosa, se questi non fossero stati costretti, nel corso degli anni, in spazi angusti.
Altro concetto che ci sta a cuore è far capire che gli alberi non rappresentano una minaccia nei contesti cittadini, come non si può pensare a città fatte solo di cespugli. Non si elimina il problema abbassando l’altezza degli alberi. Il problema va circoscritto gestendo gli alberi in maniera professionale. Gli alberi alti ci vogliono, così come le chiome importanti perché sono utili all’ombra, al frangimento del vento, alla mitigazione delle temperature e all’intercettazione delle piogge meteoriche.
Servono piani pluridecennali su impianti e cura degli alberi con all’interno piani regolatori che tengano conto dell’esigenza di questi essere viventi. Non serve apporre la bandierina di chi ha piantato più alberi, serve capire, piuttosto, quanti ne servono, quali tipologie e dove metterli».
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