Chi l’ha uccisa l’ha poi legata a un grosso masso di tufo con l’obiettivo di farla affondare per non farne mai più venire a galla il corpo.
Il raccapricciante atto di bracconaggio ai danni di una tartaruga marina Caretta caretta si è verificato nel Mare Piccolo, a Taranto. Il corpo dell’animale – che è specie protetta – è stato rinvenuto da una pattuglia dell’associazione Arpec Puglia, la protezione civile a cavallo, che ha immediatamente allertato i volontari del WWF.
Tartaruga liberata in mare da pochi mesi
Dalle analisi è scaturito che la Caretta caretta uccisa era un femmina adulta a cui i volontari del Wwf dell’Oasi di Policoro avevano dato il nome di Gaetana. Lunga 73 centimetri e larga 66,5, con un peso di 51,9 chilogrammi, la tartaruga era stata trovata ferita agli inizi di gennaio nelle acque del Mare Piccolo a Taranto e subito presa in cura dal personale dell’Oasi WWF di Policoro che dopo il periodo di riabilitazione l’aveva liberata nella stessa zona ai primi di aprile.
È probabile che la tartaruga si sia avvicinata alle reti dei pescatori di frodo e che sia stata uccisa perché ritenuta un competitor.
Il WWF si costituirà parte civile
Il WWF, che con il suo ufficio legale ha già avviato tutti gli approfondimenti per valutare un’eventuale costituzione di parte civile contro chi si è macchiato di questo orribile crimine ai danni di una specie protetta, ha chiesto alle autorità competenti di fare piena luce su quanto accaduto individuando al più presto l’autore di questo gesto.
«Accanirsi barbaramente contro un’innocua e indifesa tartaruga marina è un gravissimo gesto di inciviltà, un vero e proprio crimine di natura che, purtroppo, il nostro ordinamento ancora non punisce adeguatamente», ha aggiunto la presidentessa dell’associazione ambientalista Donatella Bianchi.
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