Nome
Gru (Grus grus)
Descrizione
Uccello di grandi dimensioni, con apertura alare di oltre 2 metri. Colorazione generale grigio-azzurrognola. Il vertice del capo è rosso. In volo si riconosce per il collo teso, per l’andatura lenta ed elegante e per il colore grigio uniforme.
Fenologia
In Italia è specie migratrice e svernante. La regione mediterranea viene interessata dal massimo passaggio autunnale nel corso della seconda metà di ottobre, mentre durante la primavera i movimenti migratori si concentrano nel mese di marzo.
Habitat
Al di fuori del periodo riproduttivo, la Gru mostra una spiccata predilezione per ambienti aperti, sia parzialmente allagati, sia asciutti. Frequenta soprattutto pascoli, aree agricole, banchi di fango o di sabbia lungo le rive di fiumi e laghi. In Italia sverna in corrispondenza di ampie paludi circondate da prati e terreni coltivati e poste all’interno di vaste aree protette; sono noti regolari spostamenti di alcuni chilometri tra le zone di foraggiamento e le aree di riposo.
Distribuzione
Si riproduce nell’Europa centro-settentrionale dalla Germania e dalla Norvegia fino agli Urali. Il nostro Paese è raggiunto essenzialmente dalle Gru che si dirigono in Algeria e Tunisia, ove si stima vi sia una popolazione svernante di alcune migliaia di individui. In Italia svernano regolarmente poche decine di individui in alcune aree della Sicilia, della Sardegna e della Toscana; presenze meno regolari sono note per la Pianura Padana e la costa nord-adriatica, il Lazio e la Puglia. La consistenza dei nuclei svernanti sembra in aumento, a causa di un più stretto regime di tutela accordato ad alcuni siti chiave.
Stato di conservazione
La Gru in Europa è caratterizzata da uno stato di conservazione sfavorevole. Già a partire dal Medio Evo è andata incontro ad un marcato declino, subendo una forte contrazione di areale. Estinta negli ultimi 100 anni in gran parte dell’Europa occidentale e meridionale, in Italia ha nidificato con certezza fino al 1909 nel Veneto. Cause di questo declino sono da ricercarsi nella bonifica degli habitat di nidificazione e nella caccia. Dagli anni ’60 del XX secolo i contingenti nidificanti e svernanti in Europa hanno mostrato incoraggianti segnali di ripresa, ma lo stato di conservazione della popolazione russa, che rappresenta una larga frazione della popolazione complessiva, non appare soddisfacente. Le principali cause di mortalità nelle aree di svernamento sono rappresentate dal bracconaggio e dalla collisione con linee elettriche. In Italia il disturbo arrecato dall’attività venatoria sembra rappresentare un importante fattore di limitazione per il regolare svernamento di questa specie.
di Fabio Casale, Fondazione Lombardia per l’Ambiente
Supervisione scientifica: Giuseppe Bogliani, Università degli Studi di Pavia
tratto da:
Casale F., 2015. Atlante degli Uccelli del Parco Lombardo della Valle del Ticino.
Parco Lombardo della Valle del Ticino e Fondazione Lombardia per l’Ambiente.
Foto: Antonello Turri
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