L’uso nella società globale di combustibili fossili è eticamente insostenibile. Ad affermarlo è un documento – sottoscritto da 240 esponenti delle principali religioni mondiali – e diffuso in occasione della conferenza Onu sul Clima, in corso a Marrakech, in Marocco, fino al prossimo 18 novembre.
«Come esponenti religiosi condividiamo l‘obbligo morale di non danneggiare gli altri, di essere onesti e prendersi cura delle persone più deboli – si legge nel comunicato –. Il cambiamento climatico sta già avendo forti impatti a livello mondiale, che colpiscono in modo sproporzionato le comunità povere ed emarginate, e siamo afflitti per la sofferenza di queste persone. Il modo in cui riusciremo a gestire i peggiori impatti dei cambiamenti climatici dipende dal lavoro che faremo nei prossimi dieci, cinque, anche due anni. Ognuno di noi deve agire sulla realtà della crisi climatica, in modo che cessi il danno che infliggiamo alla nostra sacra Terra e gli ecosistemi su cui tutta la vita dipende possano risanarsi».
I leader religiosi si sono, inoltre, detti preoccupati per gli accordi commerciali che rischiano di compromettere le urgenti azioni necessarie per il clima. «Chiediamo controlli più severi sui meccanismi di risoluzione delle controversie all’interno degli accordi commerciali che contengono disposizioni che consentono alle aziende di sfidare le politiche del governo nei tribunali extragiudiziali – aggiungono –. Rivolgendosi ai leader mondiali, chiediamo loro di abbracciare nuove politiche per proteggere il nostro prezioso clima. Nel corso della storia, le nostre tradizioni religiose hanno già fornito supporto e ispirazione nei momenti di grande sfida o di trasformazione».
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