Il Parco del Ticino dal 1985 ha strutturato un servizio di accertamento e stima dei danni dei cinghiali e dell’altra fauna selvatica arrecati alle colture.
Per liquidare i danni accertati nel 2021 e nel 2022 alle aziende agricole situate all’interno del Parco del Ticino, Regione Lombardia ha stanziato in questi giorni, a chiusura del bilancio 2023, quasi un milione di euro.
«La liquidazione alle aziende agricole del Parco dei risarcimenti per i danni da cinghiali e da altra fauna selvatica è sempre stata fra le priorità del Parco» spiega il consigliere Silvia Bernini.
Sono ormai quasi 40 anni che il Settore Agricoltura stima i danni alle colture agricole e indennizza le aziende tramite specifici fondi regionali.
«Con grande soddisfazione posso oggi annunciare che, grazie alle risorse messe a disposizione da Regione Lombardia, il Parco liquiderà nei primissimi mesi del 2024 tutti i danni da cinghiali del 2021 e del 2022 per un importo complessivo di 976.914,42 Euro» ha continuato Bernini.
In questi giorni è stato firmato l’Atto di Concessione di questi risarcimenti a 97 aziende agricole che, quindi, potranno ricevere i dovuti indennizzi a copertura di mancati raccolti e/o maggiori costi di due stagioni colturali, utili per continuare la loro attività imprenditoriale in collaborazione con il Parco del Ticino.
Il Parco prosegue nella sua azione di affiancamento alle proprie aziende agricole, sostenendole con supporti concreti, anche in considerazione che negli ultimi anni si sono trovate ad affrontare prove molto difficili che le hanno portate ad avere una sofferenza economica significativa.
La presenza eccessiva di cinghiali
L’impegno del Parco è finalizzato soprattutto al contenimento numerico dei cinghiali nel Parco naturale. La loro presenza eccessiva sta causando ingenti danni all’agricoltura con ripercussioni sulle aziende agricole a causa dei raccolti distrutti, dei cedimenti delle infrastrutture irrigue, dei rischi sanitari per l’uomo e per gli allevamenti.
Le operazioni di abbattimento hanno portato negli scorsi mesi a ridurre i danni alle colture e alla biodiversità, ma a causa del problema della peste suina africana gli abbattimenti hanno dovuto essere sospesi nei Comuni classificati in zona infetta.
L’Ente di gestione del Parco è in attesa delle autorizzazioni delle autorità competenti per poter riprendere con urgenza le operazioni di contenimento, secondo protocolli di biosicurezza.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com