Grazie al gruppo di ricercatori dell’Expedition Guaviare 2021, che si sono avventurati per la prima volta in un’area interdetta da anni a causa di conflitti armati, è stato possibile effettuare una prima caratterizzazione biologica di una sezione del fiume Guaviare, principale affluente dell’Orinoco, dove è stata riscontrata la presenza di 188 delfini del Rio delle Amazzoni, 200 specie di piante, 74 di pesci, 9 di anfibi, 2 di rettili e 5 di pipistrelli.
Il team ha, inoltre, raccolto più di 300 campioni di macroinvertebrati d’acqua dolce e, nell’ambito del programma di etichettatura satellitare della South American River Dolphin Initiative (SARDI), ha potuto installare un nuovo trasmettitore su una femmina di delfino bonto (Inia geoffrensis), essenziale per conoscere i suoi movimenti nel fiume e i siti di riproduzione e di alimentazione di questa specie nella regione.
La minaccia del mercurio
«Non siamo stati in grado di entrare in questa regione per anni a causa di problemi di sicurezza – racconta Saulo Usma, specialista acque dolci del WWF Colombia, che ha guidato la spedizione – e ora avremo dati per colmare le lacune sulla sua flora e fauna e sugli impatti dell’attività mineraria nelle zone umide e nelle foreste. Non solo per ampliare la nostra conoscenza dei delfini di fiume, ma anche per sviluppare azioni che garantiscano la loro conservazione e quella dei loro habitat».
L’estrazione illegale dell’oro con l’uso del mercurio è, infatti, una delle principali minacce nell’area ed è di fondamentale importanza comprendere l’impatto di questo metallo sulle comunità e sugli ecosistemi locali.
Con questo obiettivo i ricercatori hanno prelevato campioni di tessuto da una femmina di delfino e dal suo piccolo, nonché da 72 pesci di specie diverse, per rilevare l’eventuale presenza di mercurio e fornire così dati importanti al programma di monitoraggio dell’autorità ambientale locale (CDA), al fine di mettere in atto interventi di salvaguardia adeguati.
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