Il colosso asiatico non può più far finta di niente di fronte ai drammatici problemi di inquinamento atmosferico. La Cina, ma l’intero Pianeta con essa, stanno infatti pagando a caro prezzo il vertiginoso – ma sregolato – sviluppo economico e industriale. Le città cinesi sono tra le più inquinate al mondo.
Ora il governo di Pechino ha stabilito che dal gennaio 2018 anche il gasolio industriale, cioè quello non destinato al rifornimento dei mezzi di trasporto, dovrà rispondere ai requisiti richiesti dallo standard “National 5”, paragonabile all’Euro 5, con un contenuto massimo consentito di zolfo di 10 parti per milione (ppm).
La potente Autorità centrale di pianificazione cinese aveva già deciso che per l’inizio del 2017 venissero adottati gli standard “National 5” per il gasolio automobilistico, esentando però il diesel destinato all’agricoltura e all’industria.
Un fabbisogno enorme
Il piano antinquinamento prevede che dal prossimo anno 11 province e città nell’est del Paese riceveranno benzine e gasolio che ottemperano già alle nuove restrizioni, per poi espandere la fornitura al resto del territorio.
Si prevede che nel 2018 il fabbisogno di gasolio in Cina raggiungerà il 52 milioni di tonnellate (equivalenti a 388 milioni di barili). Per soddisfare la richiesta di carburante “pulito” sarà necessario ammodernare molte raffinerie, ha dichiarato la Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme (NDRC).
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