L’Internet delle Cose, in inglese Internet of Things o IoT, è un termine che indica l’estensione di Internet al mondo che ci circonda. Un’espressione che definisce la rete delle apparecchiature e dei dispositivi, diversi dai computer, connessi a Internet. Tutto, almeno dal punto di vista teorico, può essere collegato alla rete. IoT non ha limiti e può essere applicato in qualunque ambito: dall’arredamento all’industria biomedica, dalla casa al mondo del fitness, dall’ambito energetico agli elettrodomestici.
Insomma, IoT dà una identità elettronica alle cose, rendendole “intelligenti”.
Internet of Things rappresenta l’insieme di tecnologie che permette di collegare ad internet qualsiasi tipo di oggetto per monitorare, controllare e trasferire informazioni. Si tratta di una vera e propria rivoluzione nel modo di produrre e di vivere gli oggetti che ci circondano, tanto che gli esempi di applicazione alla vita quotidiana sono molteplici: semafori intelligenti, che diventano verdi all’approssimarsi di un’automobile, se dall’altro lato non sta passando nessun altro veicolo, pacemaker o altri dispositivi per il controllo da remoto dei parametri biologici di una persona, sensori che controllano l’illuminazione o il fabbisogno di acqua nelle serre automatizzate.
«Sono numerosi gli ambiti che – pur avendo un peso ancora limitato nel mercato complessivo –, stanno utilizzando sempre più le tecnologie offerte dalla IoT: Smart City, Smart Home e Industrial IoT sono solo alcuni degli esempi», afferma Giacomo Piccini, Cluster Manager della Fondazione Cluster Smart Cities and Communities Lombardia.
Secondo una ricerca, gli oggetti connessi sono circa 5 miliardi e diventeranno 25 entro il 2020: un numero in costante crescita.
Ma qual è lo scopo dell’Internet of things? Non è altro che quello di semplificarci la vita automatizzando processi o permettendoci di ottenere informazioni che prima non avevamo.
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