La realizzazione di questa immagine non ha richiesto particolari accorgimenti logistici perché la posizione della colonia in prossimità di una strada ha abituato i gabbiani alla presenza e al passaggio di auto e persone; non è stato quindi necessario nascondersi alla loro vista con capanni o reti mimetiche.
È bastato nascondersi solo un po’ tra la vegetazione. L’attrezzatura era costituita da un teleobiettivo con fotocamera digitale e da un treppiedi con testa a U, libera di essere brandeggiata in ogni direzione. “Strumenti” necessari, sono stati soprattutto pazienza e prontezza. Fondamentale è stato anche intuire le possibilità offerte dalla situazione, nonostante i commenti di alcuni colleghi: “La luce non è buona”; “Sono troppo lontani”…
Se la luce non è buona, basta andare al mattino presto quando è più favorevole; se i soggetti sono lontani basta aspettare: sono uccelli e prima o poi voleranno anche verso di noi. E, poi, i gabbiani sono predatori litigiosi e “caciaroni”, qualcosa, anche crudele come la predazione di un pulcino, sarebbe successo e, infatti, così è stato.
Roberto Sauli, fotografo e autore