È trascorso poco più di un mese dal violento terremoto che ha colpito la notte del 6 febbraio la Turchia e la Siria. In questo drammatico evento si rivela ancora una volta fondamentale la sinergia tra diverse aree di ricerca scientifica, per mettere al servizio dei soccorsi le migliori innovazioni della conoscenza. Sull’area interessata dal sisma, il lavoro della costellazione dei satelliti radar COSMO-SkyMed dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) non si ferma.
I satelliti continuano a esplorare dall’alto e l’ASI ha predisposto un piano di acquisizione dati dedicato, per monitorare molte delle città che sono state interessate dal terremoto.
Le ultime immagini giunte dai satelliti COSMO-SkyMed sono quelle sulla citta di Gaziantep e su Kahramanmaras, ma sono moltissime quelle presenti in archivio post evento che l’ASI ha reso subito disponibili a Enti e Istituzioni nazionali e internazionali e sulle quali non si ferma il lavoro di elaborazione dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).
Utilizzando i dati e le immagini di COSMO-SkyMed, l’INGV ha effettuato una prima analisi dei danni sulle due città attraverso una metodologia avanzata denominata Intensity Correlation Difference (ICD).
È stato così possibile ricavare una mappa di stima dei danni (damage proxy map) utilizzando l’individuazione dei cambiamenti delle scene.
L’Intensity Correlation Difference (ICD) è un indice che calcola la differenza di correlazione di intensità tra coppie di immagini satellitari acquisite prima e dopo l’evento sismico, ossia una coppia pre-sismica e una coppia a cavallo dell’evento, utilizzando l’individuazione dei cambiamenti delle scene SAR (Radar ad apertura sintetica).
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