Quando ascoltiamo la nostra musica preferita, ci sentiamo accompagnati nelle emozioni e non immaginiamo che la musica possa mettere l’animo umano in sintonia con i processi dinamici della Natura.
Il potere del fenomeno suono musicale agisce e si manifesta come forza primordiale, questa forza è l’energia vibratoria e il suo effetto sulla materia. Come abbiamo già accennato in un precedente articolo, le piante sono inserite in un rapporto di interdipendenza con il proprio ambiente.
Il primo a eseguire esperimenti sul potere del suono fu Darwin, che decise di fare un esperimento, ovvero suonare il suo fagotto davanti a una mimosa pudica, sperando di provocare dei cambiamenti, ma non vi fu alcuna reazione meritevole di annotazione scientifica.
Gli studi e le celebri annotazioni di Darwin evidenziarono, tuttavia, una serie di reazioni peculiari delle piante come quella alla luce (fototropismo). In seguito si osservarono altri tropismi come l’eliotropismo delle piante, capaci di modellare posizione e forme in base all’esposizione al vento.
Tropismo deriva dal greco trépomai (τρέπομαι) che vuol dire “mi volgo” e in biologia indica il movimento di un organismo generato da uno stimolo esterno, in special modo quelli delle piante esposte a luce, vento, sostanze chimiche.
Che esista anche un tropismo musicale?
Dagli anni Sessanta si cominciarono a usare semplici frequenze musicali nelle piantagioni e negli orti ma, nonostante i risultati fossero incoraggianti, tali pratiche non furono mai utilizzate in modo massiccio e costante.
Negli ultimi anni vi sono, però, realtà italiane e francesi che hanno realizzato impianti musicali soprattutto nelle coltivazioni della vite.
Le frequenze sonore utilizzate sono nella maggior parte dei casi quelle della musica classica che sembrerebbe produrre effetti benefici. Un viticoltore della Val D’Orcia, Giancarlo Cignozzi, produce il suo Brunello di Montalcino diffondendo nel vigneto le note di Mozart, convinto che la musica diffusa con amplificatori possa produrre incrementi nel vigore vegetativo e persino nella produzione dell’uva. Ha scritto persino un libro, L’uomo che sussurra alle vigne, la storia di un uomo che abbandona la propria professione di avvocato per dedicarsi alla viticoltura e alle biosonorità.
La musica come antiparassitario
Il potere benefico delle musica sulle piante non influisce solo sullo sviluppo e sulla produzione ma genera un effetto positivo nel controllo dei parassiti.
Per effetto delle vibrazioni sonore, sgradite ad alcuni parassiti, si possono limitare gli effetti potenzialmente devastanti di quest’ultimi persino in orti e giardini.
Gli effetti dell’utilizzo della musica sono evidenti nella produzione, nella qualità e nella diminuzione degli insetticidi. Se avete un orto provate a utilizzare la musica classica, specialmente Mozart, Hendel, Bach, in cicli ripetuti di ascolto per ottenere dei risultati visibili.
E se vivete in città? Sperimentate gli effetti della vostra musica classica preferita verso le piante che avete sul balcone o in casa, ne beneficeranno loro e voi ascoltando musica rilassante.
Buona diffusione musicale.
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